L’assegno unico è una di quelle manovre finanziarie che saranno oggetto della Legge di Bilancio prevista per il 2025. Una mossa che costerà al Governo un’uscita che va tra i 23 e i 25 miliardi di euro.

Le soluzioni – o meglio dire le ipotesi – sono essenzialmente due: continuare la strada che esclude l’accumulo dell’assegno nell’ISEE e la possibilità di concedere le detrazioni fiscali per fascia di reddito.



Assegno unico: le ipotesi in Manovra 2025

L’assegno unico è una delle misure che andrebbero inserite quasi obbligatoriamente nel documento d’aggiornamento di Economia e Finanza. A sostenerlo è anche il viceministro all’ Economia, Maurizio Leo, che ricorda quanto sia importante sostenere le famiglie e le detrazioni per i figli (attualmente esistenti ma dopo i 21 anni d’età.



Oggi l’assegno viene concesso alle famiglie (ben più di 6 milioni di nuclei) con figli d’età massima a 21 anni oppure “senza età” qualora il figlio i figli fossero disabili. Nonostante l’ISEE non sia indispensabile, l’importo minimo per chi non aggiorna il documento reddituale è pari a 57mensili e a figlio, mentre il tetto massimo è pari a 200€.

L’idea futura (e neanche troppo), sarebbe quella di non far pesare l’assegno unico nel conteggio ISEE cosicché anche i nuclei con un reddito più basso possano beneficiare contestualmente di ulteriori agevolazioni fiscali.



Detrazioni a scaglioni

L’altra idea – come accennato – è quella di introdurre le detrazioni fiscali a scaglioni. Un po’ come già avviene con l’Irpef, lo stesso si potrebbe attuare con i benefit fiscali (ipotizzando di attribuire dei vantaggi maggiori a fronte di un reddito più basso).

La soluzione da introdurre dipenderà esclusivamente dalle risorse finanziarie, che come sappiamo resta il capitolo chiave da snodare.

Tuttavia per il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, non ci sarebbero dubbi al riguardo: “Venire incontro alla famiglia. Questo è un tema prioritario“. Dunque ci auguriamo che il Governo possa trovare le risorse idonee per un assegno unico più ricco.