“IL GOVERNO VUOLE TAGLIARE L’ASSEGNO UNICO PER I FIGLI”: IL MEF SMENTISCE LA TESI DI “REPUBBLICA”, COS’È SUCCESSO

Alla vigilia del primo CdM dopo la pausa, il quotidiano “La Repubblica” titola a 9 colonne: “Addio all’Assegno unico: il piano del Governo per l’abolizione della misura da 57 euro”. Secondo le fonti del quotidiano tutt’altro che “amico” del Governo Meloni, ad oggi l’Assegno unico va anche ai genitori che non presentano alcun ISEE mentre in Manovra 2025 l’esecutivo targato Centrodestra vorrebbe spostare le maggior risorse sulle famiglie con più figli.



Nel frattempo però la notizia dell’Assegno unico che verrà tagliato diventa virale e le polemiche all’interno delle opposizioni si alzano contro la decisione di Meloni e Giorgetti: a metà mattinata interviene però una nota del Ministero dell’Economia per chiarire come l’ipotesi di un taglio alla misura centrale per gli aiuti familiari (ideata da Italia Viva nel Governo Conte-2, confermata da Draghi e aumentata da Meloni) è una sostanziale “fake news”. «È fantasiosa e senza alcun fondamento l’ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra»: così il Ministro Giorgetti risponde a tono a quanto ricostruito dai retroscena di “Rep”.



REVISIONE (E NON TAGLIO) DELL’ASSEGNO UNICO: COME PUÒ CAMBIARE IN MANOVRA

Certamente alcuni interventi andranno fatti anche perché la complessa macchina dell’Assegno unico prevede alcune criticità come ad esempio la procedura d’infrazione dell’Ue per il requisito presente nell’ultima Manovra di avviare l’Assegno solo con due anni almeno di residenza preteso per le famiglie straniere. Il deferimento del nostro Paese presso la Corte di Giustizia Ue aveva già visto la replica netta del Governo che di fronte all’accusa di aver creato una discriminazione con quel requisito sugli stranieri aveva criticato pesantemente l’assunto europeo, «fa delle cose oggettivamente surreali».



Ma allora da dove nasce l’ipotesi del taglio sull’Assegno unico? Un principio di verità nell’affondo di “Repubblica” è presente in quanto lo stesso Governo ha già ammesso che una revisione dell’intera misura dovrà essere fatta gioco-forza. Dopo l’aumento lo scorso anno fino a 20 miliardi di euro per finanziare l’Assegno occorre destinare lo stesso numero di fondi (almeno) capendo però come e dove indirizzarli, provando a rispondere alle richieste Ue. Dato che già il Governo domani in Consiglio dei Ministri inizierà a mettere nero su bianco il taglio delle tasse per il ceto medio – con sforbiciate dell’Irpef fino al 10% – ecco che il tema stelle famiglie resterà sempre più centrale nella complessa Legge Finanziaria da costruire entro fine anno.

Si parla di un prelievo al 33% per i redditi sotto i 60mila euro e, appunto, una revisione sull’Assegno unico: la misura per i figli utilizzati da ben 6 milioni di nuclei familiari avrà un restyling ancora tutto da chiarire ma che potrebbe portare maggiori risorse per le famiglie con più figli e più “fragili”, mentre potrebbe diminuire l’assegno per le altre. L’insieme di procedura d’infrazione Ue, “avanzi” di bilancio e rinuncia di alcune famiglie è un mix che in merito all’Assegno Unico porterà nelle prossime settimane a formulare una proposta concreta che comunque non sarà – come garantito oggi dal MEF – un taglio (o una diminuzione) della misura. Il concetto chiave è che l’intera famiglia necessità di aiuti davanti ad una inflazione che galoppa ancora: come ha spiegato in esclusiva al “IlSussidiario.net” il Ministro Matteo Salvini durante il Meeting di Rimini, tra aiuti sui figli con l’Assegno e altre de-tassazioni si dovrà comporre un solido piano di sostegno per il prossimo anno, per cui va messo in conto che qualcosa andrà revisionato (ma ripetiamo, non cancellato).

LE REAZIONI E LE PROMESSE SULL’ASSEGNO UNICO FAMILIARE 2024-2025

«E’ una fake news smentita anche dal ministro Giorgetti»: lo ha detto il capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli ad “Affari Italiani” smentendo l’intenzione del Governo Meloni di porre una sforbiciata all’Assegno unico nella prossima Manovra 2025. Non sarà cancellato ma nemmeno tagliato, ha detto il Ministero del Tesoro, e così il tema vitale sarà quello di capire come sarà revisionato e modificato l’Assenso che sta aiutando milioni di famiglie italiane negli ultimi 3 anni.

È sempre il quotidiano online di “Affari” a sentire una seconda “campana” dentro il Governo che conferma quanto già ribadito da Barelli: il presidente della Commissione Finanze alla Camera, il meloniano Marco Osnato ritiene che i toni usati dai colleghi di “Rep” siano vicini all’apocalisse, ribadendo che è stato lo stesso Governo Meloni ad aumentare l’Assegno unico fino a 20 miliardi annui. Detto ciò, il taglio non ci sarà ma una revisione quella sì: oltre alla richiesta europea da attuare entro il 2025, «c’è una premialità ridotta su natalità e per le famiglie numerose, sulla cumulabilità con ISEE e quindi anche su questo bisogna ragionare». Una valutazione dell’Assegno unico verrà già in CdM affrontata ma parlare di cancellazione è una sostanziale bufala.