Rivalutazione anche per l’assegno unico universale per i figli. Nel 2024 aumenteranno ancora gli importi. Essendo correlato all’andamento dell’inflazione, ogni anno va adeguato al costo della vita. Attualmente gli importi dell’assegno unico variano dalla quota minima di circa 54 euro al mese a quella massima di 189,20 euro a figlio. La legge di Bilancio dell’anno scorso ha stabilito che per i figli di età inferiore ad un anno e per le famiglie con 3 o più figli fino al terzo anno di ogni figlio (con limite Isee di 40mila euro) scatta un’altra maggiorazione del 50%, quindi l’importo massimo dell’assegno sale a 262,5 euro al mese. In virtù dell’inflazione rilevata nell’anno in corso, gli importi vengono rivisti di nuovo al rialzo.



Se nel gennaio scorso c’è stato un aumento dell’8,1% a causa dell’impennata dei prezzi dell’anno prima, il nuovo tasso di rivalutazione invece non è ancora noto. Comunque, si applicherà a partire dalla mensilità di gennaio per tutte quelle del 2024. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, in genere il nuovo tasso di rivalutazione viene diffuso a gennaio dall’Istat con un comunicato, ma non dovrebbe essere dissimile alla percentuale definita per il calcolo della perequazione delle pensioni. Il decreto del ministro dell’Economia del 27 novembre scorso ha determinato quest’ultima in misura pari al +5,4%.



ASSEGNO UNICO FIGLI, SIMULAZIONI IMPORTO CON RIVALUTAZIONE

Dalla simulazione del Sole 24 Ore, tenendo conto della stessa rivalutazione per l’assegno unico per i figli, la quota base scatterebbe sotto la soglia Isee di 17.090,61 euro (rispetto agli attuali 16.215 euro), pertanto si raggiungerà una platea più grande di nuclei familiari beneficiari. Sotto questa soglia, l’aumento del contributo massimo sarebbe di circa 10 euro, da 189,2 a 199,4 euro per figlio. Invece, la quota minima scatterà oltre i 45.575 euro di Isee. In tal caso il contributo, riconosciuto anche in assenza di Isee, dovrebbe arrivare a sfiorare i 57,2 euro per ogni figlio. L’adeguamento verrà applicato anche alle maggiorazioni.



Ad esempio, quella relativa al secondo percettore, che è riconosciuta se entrambi i genitori hanno reddito di lavoro, vedrà salire la quota massima a 34,15 euro per ogni figlio. Intanto, l’assegno unico universale per i figli resta sotto infrazione a livello europeo, dopo l’invio del parere motivato che fissa la scadenza (due mesi) entro cui l’Italia dovrà conformarsi al diritto europeo, altrimenti la Commissione Ue potrebbe deferire il caso alla Corte di Giustizia europea. Per Bruxelles, i requisiti dei due anni di residenza e della «vivenza a carico», che sono necessari per ottenere l’assegno unico, violano la legge comunitaria sul coordinamento della sicurezza sociale e sulla libera circolazione dei lavoratori.