“Scegliere di cambiare” è il titolo che Confindustria ha voluto dare alla propria assemblea annuale. Partendo da tale affermazione, il presidente Bonomi ha declinato le tematiche di interesse capaci di rendere il nostro Paese sempre più competitivo.

Principalmente è parso molto in linea e incisivo il metodo indicato da Bonomi alle parti sociali: bisogna lavorare assieme nell’interesse del Paese. Confindustria e sindacati non debbono sentirsi in lotta fra loro, ma lavorare assieme per indicare alla politica idee e attività operative che portino vantaggi alla competitività nazionale.



Cerco di individuare quali siano gli elementi maggiormente pregnanti e che più qualificano le future azioni confindustriali, tralasciando gli elementi noti e relativi alle problematiche pensionistiche, alle crisi di impresa, problema energetico e sconvolgimenti geopolitici che già troveranno largo spazio di discussione in altri “luoghi” e contesti. Pongo all’attenzione tre tematiche individuate da Confindustria per invitare i sindacati a un lavoro comune così come, con successo, è stato fatto per predisporre il protocollo, nel marzo scorso, che ha permesso di superare, con minori danni, il periodo peggiore della crisi sanitaria.



1) Sicurezza sul lavoro. Non servono interventi punitivi ex post, ma individuazione, anche tramite commissioni aziendali paritetiche, di azioni che possono prevenire incidenti. Gli interessi delle imprese e dei lavoratori coincidono!

2) Politiche attive del lavoro. Aldilà di tutte le altre problematiche andrebbe concordato un metodo collaborativo che impegni le parti sociali nei ricollocamenti utilizzando le risorse economiche esistenti come i fondi professionali. Su questo si innesta tutta la tematica connessa alla formazione per la “nascita” di profili tecnici capaci di operare in un periodo di stravolgimento dei paradigmi industriali e del ricupero della manodopera già in azienda, ma senza le competenze oggi occorrenti.



3) Smart working. A fine anno scadranno le regole indicate per il periodo più difficile dovuto al Covid-19. L’invito di Bonomi è stato di collaborazione per scrivere assieme le nuove disposizioni al fine di passarle alla politica e non attendere che sia quest’ultima a dettarle.

Credo che questa parte dell’intervento sia quella che più contraddistingua e sia in linea con la politica che, dall’inizio del mandato, il presidente confindustriale ha indicato: la collaborazione. Un netto taglio alle verità pregiudiziali, sono in contrasto con il nostro tempo che è quello delle scelte.

Cambiare non è semplice, ha indicato il presidente, ma non cambiare sarebbe fatale per il nostro Paese. Quello proposto è un Patto per l’Italia capace di renderla più moderna e competitiva.

Le nostre imprese hanno mostrato una volontà e capacità di ripresa più forte di quella francese e tedesca, non bisogna farsi sfuggire questo momento. L’impegno governativo sui temi essenziali c’è, lo ha assicurato anche il presidente Draghi nell’intervento successivo a quello di Bonomi, è necessario ora che i partiti, in particolare quelli di governo, operino per il bene comune avendo una visione da statisti che guardano al futuro e non da politici interessati solo a effimeri e immediati risultati elettorali.

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