Assistenti civici. Bel binomio di termini. Questa la task force che dovrebbe, nelle intenzioni governative (ormai si vive di task force), aiutare le forze dell’ordine… a mantenere l’ordine. E qui sorgono i problemi. Che bisogno c’è di solleticare la vena spionesca e malmostosa di tanti per controllare ulteriormente la vita quotidiana dei cittadini? Mi tornano a mente i guardiani della rivoluzione, chissà perché. Mi tornano a mente ronde più o meno autorizzate a esercitare un potere che non dovrebbe loro competere, dato che abbiamo solerti tutori dell’ordine inquadrati e pagati (poco) perché i cittadini rispettino le leggi. Se si tratta di leggi. E se la legge ad esempio dice che sono aperti i locali, e si può tranquillamente uscire per le strade, consumare e stare a chiacchiere con gli amici, con o senza mascherina (che non è obbligatoria se non per acquistare negli esercizi commerciali) cosa mai potrebbero fare gli assistenti civici? Usare gli sfollagente? Con quali misure?
Escludendo i manganelli, appioppando multe a caso? Sì, a caso, perché mentre comminavano 400 euro di contravvenzione al ragazzo di Pavia che abbracciava la fidanzata, a centinaia nei paraggi facevano il loro comodo senza essere sanzionati. Se ci si appella alla responsabilità, sia una reale e libera responsabilità. Se c’è bisogno di inventare i controlli, si assumano poliziotti e vigili urbani, gli si paghino gli straordinari. La gente accetterebbe con più favore le reprimenda di un agente in divisa che svolge il suo lavoro, a servizio della comunità. Date i soldi ai Comuni, che ci pensino loro.
Questi assistenti poi non dovrebbero essere pagati. Per forza, li si cerca tra le migliaia di beneficiati dal reddito di cittadinanza, e dato che i navigator hanno navigato ben poco, da qualche parte li si deve piazzare. Pur di continuare a recepire uno stipendio sarebbero pronti a multare chiunque, che è sempre meglio di lavorare… Allucinante, ha ben chiosato Carlo Calenda. 60.000 persone senza arte né parte nei luoghi della movida, a decidere chi e come può stare con chi.
Il paternalismo di Stato è insostenibile e pericoloso: la pandemia e l’attaccamento a ruoli di potere periclitanti non può declinare sempre più verso il rafforzamento dello Stato etico, puntando sulla paura e l’incattivirsi di molti, con in più l’invidia generazionale per chi è giovane, e ha voglia di divertirsi. Non plaudo alle frenesie degli aperispritz o alle sarabande notturne di sconsiderati: ripeto, ci pensino famiglie, insegnanti, forze dell’ordine regolari. Che poi, a passare dagli assistenti civici ai guardiani del popolo, ci vuol poco, la paura fa 90, e la nostra libertà è troppo preziosa per affidarla a gente con ansia da prestazione, essendo state scadenti e improvvide finora le loro prestazioni. Se non sapete come giustificare chi prende il reddito di cittadinanza suggerisco la raccolta di frutta e verdura, la tosatura dell’erba dei giardinetti, la pulizia delle strade, la pittura degli edifici scolastici.
Poi, che certe idee balzane vengano annunciate da un ministro sui social, mostrando tanto di pettorine per gli assistenti puntualmente confezionate, senza che il collega degli Interni sia stato informato sconcerta e conferma lo stato confusionale. Ma è la confusione ad aprire spiragli per arroganza e scarti dalla legalità condivisa. Non solo una pagliacciata, dunque. Può essere anche peggio.