Il settore dell’assistenza all’infanzia nel Regno Unito è sull’orlo del collasso”, titola oggi il Financial Times. A lanciare il grido di allarme sono i sindacati, secondo cui molti genitori rischiano di perdere il lavoro a causa di questo problema. Serve, dunque, un salvataggio d’emergenza di questo settore prima che sia appunto troppo tardi. Il nodo della questione è semplice nella sua drammaticità: se gli asili nido e i centri per i bambini non riaprono, i genitori non possono tornare al lavoro. Secondo il Trades Union Congress, le famiglie britanniche rischiano di dover affrontare il problema dell’assistenza ai loro figli nei prossimi mesi. Molti asili rischiano di non riaprire a causa della crisi economica legata alla pandemia di coronavirus, altri riapriranno ma in forma ridotta a livello di ore o di posti. Le conseguenze potrebbero essere gravi per le famiglie: chi si occuperà dei bambini? «Il nostro settore è sull’orlo del collasso e sta mettendo il lavoro delle donne nella stessa condizione», ha dichiarato Frances O’Grady, segretario generale del TUC, ai microfoni del Financial Times.



“ASSISTENZA ALL’INFANZIA IN CRISI IN UK”

La chiusura delle scuole e delle strutture di assistenza all’infanzia ha avuto un impatto maggiore nel Regno Unito rispetto ad altri paesi, perché qui almeno il 70% delle famiglie ha entrambi i genitori impegnati col lavoro. Proprio l’aumento dell’occupazione femminile è stato incentivato da quella espansione dei fondi statali per l’assistenza all’infanzia che sono stati elargiti negli anni. La crisi del settore però è cominciata prima della pandemia di coronavirus, perché sono state registrate molte perdite. Ad esempio, come riportato dal Financial Times, i fondi stanziati dal governo britannico per le 30 ore a settimana di assistenza gratuita per i bambini non sono stati sufficienti a coprire i costi. La Early Years Alliance, che rappresenta 14mila membri, ha dichiarato che quasi il 70% dei membri in un recente sondaggio ha dichiarato che prevede perdite nei prossimi sei anni, mentre solo uno su quattro ritiene di uscire dal mercato nel giro di un anno. «Da tempo sosteniamo che senza il necessario aiuto finanziario da parte del governo, il settore dell’assistenza all’infanzia rischia il collasso», ha dichiarato Neil Leitch, amministratore delegato di Early Years Alliance.



REGNO UNITO, MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO A RISCHIO

I sindacati auspicano, dunque, un’iniezione di denaro. «Ma sarebbe una soluzione a breve termine», precisa Leitch al Financial Times. Il Trades Union Congress lamenta una mancanza di considerazione da parte del governo britannico al settore dell’assistenza all’infanzia, accusandolo di «aver lasciato i genitori che lavorano, in particolare le mamme, in un terribile pasticcio». Questo perché sarebbe stato chiesto a molti di tornare al lavoro prima, ma molti sono stati costretti a chiedere dei permessi, mettendo a rischio la loro tenuta economica e il posto di lavoro stesso, non potendo lasciare i figli a casa. «Le donne lavoratrici stanno sopportando il peso di questa crisi, sia in prima linea che a casa. Molte mamme hanno dovuto sacrificare ore di lavoro per stare accanto ai propri figli a causa della chiusura di scuole, asili e centri per l’infanzia», ha dichiarato O’Grady. Per questo ora i sindacati chiedono anche un regime di permessi limitato per permettere ai genitori di restare a casa fino a quando i figli non saranno tornati a scuola e i centri per bambini non saranno riaperti. Ritengono sia utile in questa fase promuovere il lavoro flessibile e concedere 10 giorni di permessi retribuiti per aiutare i genitori.

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