L’Associazione Banchieri Italiani – nota anche con la sigla ABI – è intervenuta nella giornata di oggi a gamba tesa sull’eterna questione degli extraprofitti delle banche (e non solo, ma ci arriveremo) che da oltre due anni anima il dibattito interno alla maggioranza di governo ed è tornata preponderante – esattamente come nel 2023 – in occasione della chiusura della Manovra di Bilancio per il 2025: un’occasione per lo stato per rientrare di parte di quel buco che si è generato a causa delle crisi geopolitiche internazionali degli ultimi anni e (soprattutto) dell’ormai famigerato Superbonus 110%.
Fino ad oggi – quasi ovviamente – l’Associazione Banchieri si è sempre detta fermamente contraria a qualsiasi tassazione sugli extraprofitti delle banche, ma mentre le discussioni della coalizione continuano in occasione della riunione del comitato esecutivo dell’Associazione che si sta tenendo oggi a Milano è stato conferito al direttore generale Marco Elio Rottigni l’incarico di studiare “eventuali misure che possano mettere a disposizione una maggiore liquidità per il bilancio dello Stato“.
Nel comunicato dell’Associazione Banchieri in nessun caso si fa riferimento agli extraprofitti e – men che meno – ad una nuova tassa, ma si citano solamente le suddette “misure” con il vincolo che siano “di natura temporanea e predeterminata“, incentrate esclusivamente sugli “effetti finanziari”: l’obiettivo è quello di salvaguardare “il patrimonio e i bilanci delle banche” evitando ogni possibile “effetto retroattivo” e penalizzazioni alla “competitività delle banche” italiane.
La proposta dell’Associazione Banchieri e il nodo della tassa sugli extraprofitti
Insomma: quella proposta dall’Associazione Banchieri non sembra essere una soluzione a lungo termine, quanto piuttosto una serie di misure – forse di natura volontaria – che possano garantire una tantum un gettito economico utile allo Stato per chiudere la Manovra senza dover necessariamente sacrificare quelle fondamentali agevolazioni fiscali già introdotte o annunciate nel corso degli ultimi mesi; mentre dal conto del Governo non è ancora arrivato alcun commento ufficiale da parte della maggioranza.
La proposta dell’Associazione Banchieri pur essendo limitata nel tempo e non retroattiva – tuttavia – potrebbe aiutare a risolvere quel dibattito sugli extraprofitti che fino ad ora aveva portato solamente alla formulazione di un ipotetico prelievo una tantum pari a qualcosa come l’1 o il 2% dei profitti extra calcolati in base alla media di un determinato periodo di tempo: una soluzione che troverebbe anche l’accordo di Forza Italia, tra i più fermi oppositori ad una tassazione che colpisca sia le banche, che le imprese energetiche o assicurative.