Terremoto ai vertici dell’Associazione nazionale magistrati. In seguito a una riunione del comitato direttivo centrale proseguita per oltre 10 ore, che aveva all’ordine del giorno la mozione di Magistratura indipendente sull’anticipazione delle elezioni per il rinnovo dei vertici da ottobre a luglio e le modalità del voto telematico, i vertici dell’Anm si sono ritrovati praticamente azzerati. La riunione si è trasformata infatti nel ring per una polemica tra i gruppi sulla questione delle nuove intercettazioni, pubblicate recentemente sui giornali, emerse dagli atti dell’inchiesta di Perugia. Area e Unicost hanno lasciato la giunta e si sono fatte registrare le dimissioni del presidente, Luca Poniz, e del segretario, Giuliano Caputo. Ha momentaneamente confermato la sua permanenza in giunta il gruppo di Autonomia e Indipendenza, che contra però al suo interno un solo rappresentante, Cesare Bonamartini, vicesegretario. Durante la riunione è stata bocciata la mozione di Magistratura indipendente sull’anticipo delle elezioni: è stato dunque confermato il voto a ottobre e per una nuova composizione dell’assemblea, per traghettare appunto fino alle elezioni, la riunione è stata aggiornata a lunedì prossimo.



ANM NEL CAOS PER LE INTERCETTAZIONI SUL CASO PALAMARA

Le intercettazioni della discordia sono quelle legate al caso Palamara, che nei mesi scorsi hanno scosso la magistratura dalle fondamenta. A fine aprile la procura di Perugia – competente per le indagini sui magistrati di Roma – ha inviato notifica della chiusura delle indagini al magistrato Luca Palamara, ex consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM, l’organo di autogoverno della magistratura) ed ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Palamara a questo punto rischia seriamene di andare a processo ma l’emergenza coronavirus rende incerti i tempi delle decisioni da prendere in merito. I contenuti delle intercettazioni pubblicate negli ultimi giorni dai giornali non sembrano avere rilevanza penale, ma hanno scatenato una serie di conseguenze dal punto di vista disciplinare all’interno del CSM e altri risvolti politici. All’interno della magistratura si è inoltre di nuovo acceso il dibattito sulla legittimità della trasmissione ai giornali di intercettazioni telefoniche ottenute all’interno di inchieste giudiziarie.

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