Nel Regno Unito un uomo è stato ricoverato in gravi condizioni dopo aver assunto una dose quasi 400 volte superiore di vitamina D rispetto a quella raccomandata. Il caso, come spiega BMJ case Reports, è stato seguito da un gruppo di medici di quattro diversi ospedali, che hanno proprio voluto mettere in guardia dall’utilizzo sconsiderato di pillole. Gli integratori di vitamina D, molto utilizzati soprattutto durante i lockdown imposti dalla pandemia da Covid, stanno portando ad un aumento delle intossicazioni.



L’uomo, come spiega il Corriere, è stato ricoverato con vomito incessante, nausea, crampi alle gambe, dolore addominale, secchezza nelle fauci, diarrea, continua sete e acufene. I sintomi duravano ormai da tre mesi. L’uomo quando è stato ricoverato aveva ormai perso 13 chili e i suoi reni erano in sofferenza. Il paziente ha iniziato a soffrire dei sopraccitati sintomi un mese dopo l’inizio della terapia di integratori vitaminici che gli era stata prescritta da un nutrizionista privato. L’uomo ha smesso di assumere gli integratori quando sono iniziati i sintomi, ma le sue condizioni non sono migliorate.



Ipervitaminosi D: l’uomo ricoverato per 8 giorni

I test effettuati dai medici in ospedale sull’uomo hanno evidenziato che il paziente aveva subito un’overdose di vitamina D“L’uomo ha sentito parlare degli integratori durante un talk show radiofonico e in seguito ha contattato il nutrizionista intervistato” ha spiegato Alamin Alkundi, coautore del rapporto ed endocrinologo all’ospedale William Harvey nell’East Kent nel Regno Unito. L’utilizzo sconsiderato degli integratori ha portato ad una condizione chiamata ipervitaminosi D.

Come rivela il Corriere, il paziente, che voleva risolvere precedenti problemi di salute tra cui tubercolosi, meningite batterica, sinusite cronica, aveva iniziato ad assumere integratori vitaminici da banco per un totale di 20 agenti attivi insieme ad un mix di altre vitamine, minerali, probiotici e cloruro di sodio. In totale, l’uomo ha assunto una dose di vitamina D superiore di 400 volte a quella raccomandata. Gli esami nel sangue del paziente hanno infatti rivelato alti livelli di calcio nel sangue, effetto comune all’eccesso di vitamina D. L’uomo è rimasto ricoverato per otto giorni: due mesi dopo le dimissioni, i livelli di vitamina D erano ancora alti. Gli effetti di un sovradosaggio possono durare infatti più settimane.