La scorsa notte Poste Italiane ha firmato un accordo con Cisl, Slp, Uilposte, Slc Cgil, Failp-Cisal, Confsal e Fnc Ugl per nuove assunzioni e per aumentare l’organico grazie alla istituzione delle politiche attive e un turn over che garantirà posto a 3.600 lavoratori full time.

Sulla vicenda è intervenuto Raffaele Roscigno, segretario generale della Slp Cisl, il quale si è ritenuto molto soddisfatto sui risultati raggiunti grazie all’intesa trovata con gli altri sindacati e con la società Poste Italiane. Il ricambio del personale consentirà alla società di telecomunicazioni di poter ottenere una maggior e miglior stabilizzazione di organico.



Assunzioni Poste Italiane 2024: nuove politiche attive

A ritenersi soddisfatto dei risultati attuali è anche Nicola Di Ceglie, segretario nazionale della Slc Cgil, che ha sottolineato l’importanza del turn over generazionale che garantirà ai lavoratori part time un passaggio al lavoro “full time”, con conseguenti aumenti salariali.



Soltanto per l’anno 2024 (come riferisce Di Ceglie della Slc Cgil) si prevedono 3.400 passaggi da un contratto a tempo parziale al tempo pieno (con conseguente aumento dei posti di lavoro).

Le politiche attive di Poste Italiane attuano dei nuovi criteri riguardo alle stabilizzazioni:

Saranno ammessi in graduatoria tutti coloro che hanno iniziato l’attività lavorativa dall’anno 2014, con l’arrotondamento per periodi oltre ai 15 giorni ricondotti al mese, e l’update dei punteggi al 31 gennaio di ciascun anno. L’uscita dalla graduatoria si verificherà nel caso non venga manifestato diritto di precedenza per due trance di fila.



I nuovi criteri e la graduatoria termineranno il 31 dicembre del 2026, e chiunque risulti destinatario di una leva tra mobilità (sia nazionale che regionale) sportellizzazione o conversione non potranno richiedere un’altra leva nello stesso anno solare.

Adesso non resta che attendere la chiusura ufficiale del contratto di cui sono responsabili i sindacati, con la speranza che il Governo non riesca a raggiungere il suo intento, privatizzare l’accordo tra Poste Italiane e i lavoratori in opposizione al pensiero dei professionisti del settore.