La Legge di bilancio 2021 ha esteso, in via sperimentale, per il biennio 2021-2022, lo sgravio contributivo precedentemente previsto da quella del 2018, elevando al 100% la riduzione dei contributi a carico del datore di lavoro per un periodo massimo di 36 mesi (48 mesi per le Regioni del Sud), entro il limite massimo di importo pari a 6.000 euro annui.



L’incentivo spetta per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, effettuate nel biennio 2021-2022, di soggetti che, al momento dell’assunzione incentivata, non abbiano compiuto 36 anni di età, da intendersi come età inferiore o uguale a 35 anni e 364 giorni, e non siano stati occupati a tempo indeterminato con il medesimo o con altro datore di lavoro nel corso dell’intera vita lavorativa.



L’esonero contributivo spetta anche nel caso di rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato instaurati in attuazione del vincolo associativo stretto con una cooperativa di lavoro e di assunzioni a tempo indeterminato a scopo di somministrazione, anche nei casi in cui la somministrazione venga resa verso l’utilizzatore a tempo determinato.

L’incentivo non trova, altresì, applicazione ai rapporti di lavoro domestico e ai rapporti di apprendistato, nonché in caso di assunzione con contratto di lavoro intermittente o a chiamata, anche se stipulato a tempo indeterminato, di rapporto di lavoro a tempo indeterminato di personale con qualifica dirigenziale e di prestazioni di lavoro occasionali.



Nel dettaglio l’incentivo consiste nell’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a carico dell’azienda nel limite massimo di 6.000 euro/anno fruibile in 36 quote mensili (48 per le Regioni del Sud): la soglia massima conguagliabile mensilmente è quindi pari a 500 euro. Per i rapporti di lavoro instaurati ovvero risolti nel corso del mese, la soglia va riproporzionata assumendo a riferimento la misura di euro 16,12 (€ 500/31 gg.) per ogni giorno di fruizione dell’esonero contributivo.

La speranza è che, ovviamente, questi strumenti possano aiutare il rilancio dell’occupazione giovanile. La difficoltà di ingresso nel mercato dei nostri ragazzi rappresenta, infatti, come noto, una delle criticità principali del nostro sistema paese.

È, tuttavia, da far notare che, come comunicato dallo stesso ministero, la Commissione europea ha dato esito positivo alla procedura autorizzativa relativa alle agevolazioni all’assunzione di giovani under 36 sopra descritta solo nei giorni scorsi, mentre la Legge di bilancio del 2021 è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale il 30 dicembre dell’anno passato.

La gestione del Recovery plan e la costruzione di una nuova Europa sociale post-Covid passano, probabilmente, anche dalla capacità burocratica della Commissione di dare ai Paesi europei risposte più celeri. Se così non sarà si rischia, infatti, ogni volta l’effetto annuncio che ha caratterizzato spesso, in negativo, la politica italiana degli anni più recenti. Già, infatti, i tempi della nostra macchina tra decreti ministeriali, circolari, intese e procedure sono, in molti casi, inadeguati alla necessità di rispondere ai bisogni per cui alcune politiche vengono messe, a torto o a ragione, in campo. È da auspicarsi che l’Europa non faccia proprie alcune cattive pratiche del nostro Paese.

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