Avviso ai naviganti. Ultima chiamata. La giornata di oggi potrebbe essere diversa. Molto diversa. Forse, l’ultima. Tralasciando il richiamo all’attuale periodo estivo e il suo facile e relativo parallelismo attraverso questo nostro incipit, quanto accadrà nel corso delle prossime ore potrebbe rappresentare un definitivo congedo all’insegna del più tradizionale e romantico adieu estivo.
Come scritto, non ci troviamo di fronte a un arrivederci, ma a un vero e conclusivo addio: quello dei rendimenti dei Bot. Dei buoni rendimenti a costo zero se contestualizzati alla loro stessa embrionale naturale tanto cara ai famigerati risparmiatori Bot people. Nello specifico, oggi, le casse dello Stato italiano si faranno forti, ancora una volta, di una nuova, ennesima e consueta emissione di Bot. Nulla di preoccupante sia ben chiaro, anzi, gli odierni otto miliardi di euro che vedranno la luce saranno immediatamente surclassati, già domani, da ulteriori cinque aste cosiddette di medio lungo termine con titoli Btp a 3, 5, 7, 10 e 20 anni.
Come consuetudine, il nostro abituale commento a singole aste di titoli di Stato italiano è sempre giunto a posteriori sottolineando, talvolta, la vantaggiosa entità del rendimento rispetto a sottostanti già in essere oppure alla media dell’intera categoria ponderata per specifica scadenza (rif. curva dei rendimenti).
Questa mattina, invece, il quadro che potremmo riscontrare ex post potrebbe dimostrarsi tardivo al pari di una svista. Guardando alle caratteristiche generali dell’attuale collocamento non ci sono sostanziali novità: Bot a 12 mesi (prima tranche) con data emissione 12 luglio 2024 (corrispondente al giorno di regolamento) e scadenza 14 luglio 2025. Ieri si è conclusa la fase di prenotazione dei Bot da parte del pubblico, mentre oggi è il termine per la presentazione delle domande in asta (ore 11:00); domani, invece, sarà il classico “termine di collocamento supplementare” (ore 15:30).
Se a nulla di particolarmente “innovativo” ci troviamo di fronte, perché questa nostra enfasi a tale scontata forma di indebitamento statale? Presto detto. L’opportunità, forse l’ultima o tra le ultime, ovvero quella di poter beneficiare di un rendimento finale dei Bot ancora superiore alla soglia psicologica del 3% netto annuo.
Le recenti mosse in materia di politica monetaria da parte delle Bce non fanno più notizia e, in attesa delle prossime scelte, quello che inevitabilmente possiamo osservare con il trascorrere delle settimane sarà un lento, inesorabile e continuativo ridimensionamento della curva dei rendimenti soprattutto sulla cosiddetta parte breve. Per doveroso richiamo, il nostro zero coupon domestico aveva sfiorato la soglia del quattro percento (3,997%) mediante l’asta del 27 settembre 2023 che, guardando ai “numeri successivi” si è, di fatto, concretizzata quale picco storico dell’ultimo periodo (rif. da gennaio 2023 a oggi). Da allora, seppure con impercettibili interruzioni, la via al ribasso ha caratterizzato le emissioni in agenda.
A giustificazione di questa dinamica abbiamo avuto una serie di fattori che hanno certamente influenzato il mercato: primo fra tutti quella consapevolezza degli operatori che, consci di un futuro certo in capo alla Bce, hanno anticipato (scontando) il primo probabile taglio dei tassi di interesse. Non solo, anche le sopraggiunte difficoltà in territorio (economico) tedesco e (politico) francese, hanno avvantaggiato il costante assottigliarsi del rendimento finale del nostro tradizionale strumento finanziario monetario Bot.
Ovviamente, la buona notizia a questa inevitabile riduzione del rendimento dei Bot, è fin troppo evidente: un chiaro risparmio per lo Stato-Italia nonostante il suo ancora ampio e pressoché sconfinato forziere rappresentato dall’intero debito pubblico in circolazione. Ma, questo, è e sarà sempre un altro tema. Purtroppo. Ora, invece, affrontiamo una cosa alla volta iniziando da oggi. Un oggi che, con buone probabilità, potrebbe rappresentare un passato fin troppo presente. Un rendimento dei Bot sicuro al quale molti aspiravano, che poi hanno avuto e, infine, hanno smarrito. Tutto alla luce del sole. Estate italiana 2024, adieu.
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