È un momento di difficoltà per il gas in Italia, che dopo il blocco delle importazioni dalla Russia deve fare i conti con una crisi da risolvere nel più breve tempo possibile. Roma dipende da Mosca per il 38% dei consumi e sostituire una così elevata fetta non è di certo semplice, ma il governo è al lavoro da settimane per potersi assicurare scorte elevate nei prossimi mesi. Ma nonostante il lavoro, anche la seconda asta per lo stoccaggio annuale di gas per la stagione autunno-inverno 2022-23, dopo la prima, è andata quasi deserta e questo non gioca a favore dell’obiettivo dell’esecutivo.
La prima asta per lo stoccaggio, condotta il 21 marzo da Stogit, metteva a disposizione 6,76 miliardi di metri cubi di spazio a costo zero. Nonostante la base d’asta molto favorevole per le aziende, che avrebbero potuto immagazzinare il gas comprato senza pagare l’affitto del deposito, solo 215,7 milioni sono stati assegnati. La seconda asta, andata in scena mercoledì 23 marzo, metteva invece a disposizione 4 miliardi di metro cubi di spazio e ne sono stati richiesti e assegnati solo 10,5 milioni. Altro flop che Gionata Picchio, vicedirettore di Staffetta Quotidiana, ha spiegato così: “Il gas adesso costa di più rispetto a quanto si prevede dovrebbe costare il prossimo inverno in base ai futures attuali”.
Asta per lo stoccaggio del gas deserta, il pensiero di Cingolani
Lo stoccaggio è sempre stato funzionale all’industria, ma data la situazione odierna non conviene molto. A sottolinearlo è stato anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani in un’informativa alla Camera: “Se dobbiamo stoccare 10 miliardi di metri cubi l’anno scorso ci volevano 2-3 miliardi, adesso sono 15 miliardi e c’è un problema di impegno economico estremamente rilevante, questo scoraggia lo stoccaggio. L’esito delle prime aste dimostra che le criticità sono reali e che occorrerà intervenire per il riempimento con una regolazione ad hoc, che solleciti la risposta da parte degli operatori e, in mancanza, con un soggetto di ultima istanza”.
Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, ha invece sottolineato il boom dei prezzi che rischiano di mettere in ginocchio le famiglie italiane: “Con i prezzi del gassaliti 10 volte in due anni c’è un grande stress sui consumatori e sulle industrie che non possono sopravvivere con questi prezzi”. Visco ha spiegato come per rispondere a questa difficoltà “non è responsabilità delle politiche monetarie”, ma importante è stata la coordinazione di risposta all’invasione russa dell’Ucraina.