Buon San Valentino a tutti i risparmiatori innamorati. Un amore che, tralasciando il sentimentalismo umano, ha visto rinnovata l’affezione al più tradizionale e semplice strumento finanziario dedicato a tutti coloro che di problemi non ne vogliono avere. Un vivere sereno che, come indicato, non vuole subire eventuali pensieri intrusivi (talvolta notturni).



Nell’arco di queste ultime giornate il debito pubblico italiano si è arricchito di ulteriori emissioni di titoli di Stato offerte al pubblico degli investitori. Tra queste, venerdì scorso, il Tesoro ha soddisfatto il bisogno di coloro che, attraverso l’amore, pretendono un rapporto chiaro. Semplice. Privo di ogni eventuale turbamento. Si tratta, però, di un vero e proprio rapporto di amore a tempo (determinato), con una durata molto breve, circoscritta, ovvero a soli 12 mesi. Niente di più.



Abbandonando il forzato parallelismo con la ricorrenza dell’odierna giornata, quanto collocato al termine della settimana scorsa è stata l’ennesima emissione del nuovo Bot annuale con scadenza 14 febbraio 2025. L’offerta in asta ha registrato un tutto esaurito caratterizzato da una domanda superiore all’intero ammontare: oltre 12,3 miliardi di euro il volere dei richiedenti, mentre sono stati nove, invece, i miliardi concessi (rapporto di copertura 1,37). Il tutto all’insegna di un rendimento in rialzo di otto punti base pari a un valore medio finale del 3,522%.



Soffermandosi a questa percentuale, la soglia psicologica del 3% netto annuo, è rimasta indenne per questa tornata.

Discorso diverso, invece, per i collocamenti avvenuti ieri. Il paniere immesso sul mercato ha riguardato esclusivamente Btp con diverse scadenze: una tranche a 3 anni (scadenza 15 febbraio 2027), due titoli a 7 anni (scadenza 15 giugno e 15 novembre 2030) e, infine, un ventennale (scadenza 01 settembre 2043). Fatta eccezione per quest’ultimo, i rendimenti finali hanno evidenziato un assestamento inferiore o pressoché pari alla precedente soglia netta del 3%. Nella fattispecie: il tre anni, pur riportando un rialzo di dodici punti base, ha concretizzato un tasso lordo del 3,15%. I due sottostanti a sette anni, invece, distinguendosi per una maggiore duration, hanno visto un 3,48% (rif. giugno 2030) e un 3,53% (rif. novembre 2030) che, se paragonati al Bot annuale, presentano un rapporto YTM (yield to maturity) deficitario e a vantaggio del meno “sofisticato” zero coupon. Ovviamente, una partita a sé, viene giocata dal titolo di Stato a venti anni che, beneficiando di una durata nettamente superiore, gode di un rendimento di oltre quattro punti percentuali (+4,38%).

Complessivamente, le casse dello Stato Italia, non hanno pagato più del dovuto rispetto a quanto già quotato. Anzi, osservando i prezzi con maggiore attenzione potremmo affermare (quasi) il contrario: infatti, sull’intero collocato a sette anni si può riscontrare un effettivo risparmio poiché al 3,5% medio in dote alle nuove emissioni si contrappone l’attuale 3,6% della medesima curva dei rendimenti. Si tratta di una piccola differenza, una manciata di centesimi, ma, pur sempre di un risparmio. Un risparmio che, pur beneficiando di uno spread in calo (rif. valori di inizio anno), ha, comunque, assistito a un rialzo dei rendimenti (ieri al 3,92% il decennale) nel medesimo periodo.

Inutile lamentarsi e, guardando oltre, potremmo associare questo minuto risparmio a una già, avvenuta, allocazione da parte dello Stato italiano che, sempre in sede di prossimo collocamento, rimetterà a disposizione dell’interessato pubblico. Parliamo, infatti, dell’ormai imminente nuova e terza emissione del Btp Valore che avrà luogo da lunedì 26 febbraio a venerdì 1 marzo (fino alle ore 13) salvo chiusura anticipata. Come noto, nell’attesa di conoscere la struttura dei rendimenti, lo Stato ha già anticipato l’ammontare del cosiddetto Premio fedeltà che, attestandosi allo 0,70%, si discosta significativamente dal precedente 0,50% riconducibile alle precedenti emissioni. Soffermandoci ancor di più è doveroso constatare che sia la prima che la seconda emissione del Btp Valore, nonostante il loro Premio fedeltà comune, riportavano, però, una diversa scadenza a 4 e 5 anni, mentre quella che avverrà a fine mese si caratterizzerà per l’aggiunta di un ulteriore anno (6 anni). Sostanzialmente, come detto, il cosiddetto (oggi) maltolto ritornerà nelle tasche degli investitori. In forma diversa, certo, ma, comunque a favore loro.

Fino adesso le premesse sono buone. Forse, troppo buone. Noi, purtroppo, nutriamo qualche dubbio sulla durata di questo idillio. Al pari della vista di due innamorati durante la serata di San Valentino che, allo scoccare della mezzanotte, ritornano, però, alle loro naturali vesti di amanti. Sconosciuti.

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