L’asteroide Didymos colpirà la Terra? Il quesito è collegato a un articolo pubblicato sulle colonne del “Boston Globe”, su cui campeggia la notizia del test avviato dalla NASA, unitamente a un’équipe internazionale di scienziati e ingegneri (alcuni dei quali italiani), per evitare gravi conseguenze per il nostro pianeta. Nel testo si precisa che gli scienziati dell’Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University e del Planetary Defense Coordination Office della NASA hanno creato un sistema provvisorio denominato DART (Double Asteroid Redirection Test) per evitare che un impatto con il nostro pianeta possa rivelarsi fatale per quest’ultimo.
Come spiegano i colleghi a stelle e strisce, si tratta di una missione astronomica telecomandata e priva di equipaggio che, perlomeno sulla carta, è in grado di deviare un asteroide fuori dalla sua orbita di mezzo miglio di diametro. Per quanto riguarda Didymos, però, possiamo stare tranquilli: non si trova in rotta di collisione con la Terra ed è stato scelto come riferimento per eseguire una sperimentazione. Infatti, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, il DART sarà lanciato su un razzo SpaceX Falcon 9 dalla Vanderberg Space Force Base in California: esso dovrebbe coprire una distanza di 11 milioni di chilometri per poi raggiungere e scontrarsi con Dymorphos, la luna di Dydimos (160 metri di diametro).
ASTEROIDE DIDYMOS: DART SARÀ DISTRUTTO
Peraltro, il “Boston Globe” spiega che DART, nel suo viaggio interstellare, porterà con sé una piccola navicella spaziale (LiciaCUBE) progettata dall’Agenzia Spaziale Italia. Alcuni giorni prima di scontrarsi con Dimorphos, essa si separerà da DART e filmerà lo scontro, dal quale sarà possibile ottenere dati sulla velocità della luna alterata dall’urto, al fine di apprendere come accelerare o rallentare il transito di un asteroide, qualora in futuro si palesasse una situazione di pericolo.
Michael Neufeld, curatore senior del National Air and Space Museum, ha sottolineato che “se conosci l’orbita di un asteroide da molto tempo e pensi che colpirà la Terra, una piccola spinta può cambiare la sua traiettoria e salvare il pianeta”. Se DART non dovesse rivelarsi efficace, niente paura: secondo Thomas Jones, presidente del Comitato sugli oggetti vicini alla Terra dell’Associazione Esploratori Spaziali, “abbiamo altri strumenti. Possiamo ‘parcheggiarci’ nelle vicinanze dell’asteroide e spingerlo con l’attrazione gravitazionale. Oppure usare un ordigno nucleare. O, ancora, provare a usare un impulso laser a energia solare per colpire ripetutamente l’asteroide”.