Non si può prescindere dalle mascherine, anche se si è vaccinati. A ribadirlo è un recente studio condotto in India, dove è emerso che il 25% degli operatori sanitari immunizzati con AstraZeneca si è contagiato a causa della variante Delta. La ricerca, realizzata dall’Institute of Genomics and Integrative Biology (IGIB) in collaborazione con il Max Hospitals di Delhi-NCR, ha evidenziato che la maggior parte dei contagiati erano asintomatici, quindi le mascherine rivestono un ruolo cruciale per fermare la diffusione del virus, in quanto questi soggetti, essendo privi di sintomi, potrebbero contagiarne altri. Sono 597 gli operatori sanitari presi in esame nello studio e valutati 45-90 giorni dopo la somministrazione dei vaccini.
«Sulla base di studi sierologici seriali, dimostriamo che durante un grave focolaio di SARS-CoV2 a Delhi per la variante Delta, il 25,3% degli operatori sanitari (HCW) precedentemente non infetti, con doppia vaccinazione ChAdOx1-nCoV19 (Covishield), sono stati infettati in un periodo di meno di due mesi», ha dichiarato Shantanu Sengupta, scienziato senior dell’IGIB e uno degli autori principali dello studio.
“VACCINI PROTEGGONO, MA SERVONO MASCHERINE”
Nessuno però si è contagiato in forma grave. Questo conferma l’efficacia della protezione dei vaccini dalle forme gravi di Covid oltre che dal rischio di morire. Un’evidenza molto importante e che è utile ribadire per sottolineare l’importanza della vaccinazione. Ma lo scienziato ha fatto notare anche che nella maggior parte dei casi i soggetti non avevano alcun sintomo ricollegabile al Covid. Questo è un bene perché appunto il vaccino protegge, ma d’altra parte senza le giuste precauzioni la diffusione del coronavirus prosegue. Questo studio conferma altresì che né una precedente infezione né i vaccini attualmente a disposizione sono sufficienti per raggiungere l’immunità di gregge, quindi le mascherine restano essenziali. Inoltre, i ricercatori ritengono che una singola dose di AstraZeneca non conferisca alcuna protezione dal contagio con la variante Delta, quindi il richiamo resta fondamentale. A tal proposito, la seconda dose va somministrata entro sei settimane.