L’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, ha fatto chiarezza in merito alla seconda dose del vaccino Vaxzevria, meglio conosciuto come AstraZeneca. Da mesi si discute delle possibili reazioni avverse del siero sviluppato ad Oxford, e per spazzare via ogni dubbio sulla “procedura” da seguire, l’Aifa ha stilato una sorta di protocollo, a cominciare dal dire che il vaccino è “controindicato nei soggetti che hanno presentato sindrome trombotica trombocitopenica (Tts) in seguito alla precedente vaccinazione con Vaxzevria”, fornendo poi “aggiornamenti sui punti emersi dalla valutazione del rischio di insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia”.
Attraverso una nota informativa rivolta a medici e operatori sanitari, concordata con le autorità regolatorie europee, l’ente italiano aggiunge: “La Tts richiede una gestione clinica specializzata. Gli operatori sanitari devono consultare le linee guida applicabili e/o consultare specialisti (ad esempio, ematologi, specialisti nella coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione”. Quindi viene specificato che “i soggetti con diagnosi di trombocitopenia insorta entro 3 settimane dalla vaccinazione con Vaxzevria devono essere attivamente valutati per segni di trombosi. Allo stesso modo, i soggetti che presentino trombosi entro 3 settimane dalla vaccinazione devono essere valutati per trombocitopenia”.
ASTRAZENECA, AIFA: “OPERATORI SANITARI PRESTINO GRANDE ATTENZIONE”
Viene inoltre sottolineato che in alcuni casi si è verificato anche dal sanguinamento: “Una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnata da sanguinamento, è stata osservata molto raramente dopo la vaccinazione con Vaxzevria. Tale manifestazione – si aggiunge – include casi gravi che si presentano come trombosi venosa, anche in siti di insorgenza insoliti, come la trombosi cerebrale dei seni venosi e la trombosi venosa splancnica, nonché la trombosi arteriosa in concomitanza con la trombocitopenia. Alcuni casi hanno avuto un esito fatale”.
Si tratta di casi che si sono verificati nelle prime tre settimane subito dopo la vaccinazione, ed in particolare nelle donne under 60, ecco perchè viene sconsigliato il vaccino a questa categoria. Infine, vengono invitati gli operatori sanitari a “Prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia. I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi quali respiro affannoso, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore alle gambe, dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, chiunque manifesti sintomi neurologici tra cui cefalea severa o persistente, visione annebbiata, confusione o convulsioni dopo la vaccinazione oppure ecchimosi (petecchia) in una sede diversa da quella della vaccinazione dopo alcuni giorni, deve consultare immediatamente un medico”.