Anche il professor Gianni Rezza, direttore della Prevenzione al Ministero della Salute, rassicura sul caso AstraZeneca. «Il lotto bloccato da Aifa a scopo precauzionale conteneva 560mila dosi, di cui 250mila destinate all’Italia, le altre a 7 Paesi europei», ha esordito nella conferenza stampa Iss-Ministero della Salute sul monitoraggio dell’epidemia Covid. «Sapevamo che potevamo avere eventi avversi, ma non perché legati necessariamente legati alla somministrazione del vaccino, bensì per una questione temporale». A tal proposito ha chiarito: «Vaccinarsi non vuol dire non poter avere un malore, non è detto che sia legato al vaccino, ma comunque vanno fatte le verifiche. La farmacovigilanza e la vaccino vigilanza servono proprio a questo. Per ora a livello internazionale non siamo arrivati a nessuna conclusione». Ha citato quindi la Gran Bretagna, dove «sono state somministrate 8-9 milioni di dosi e non sono stati riportati eventi avversi di particolare gravità, tanto è vero che la loro campagna vaccinale prosegue a ritmo serrato».



Ma ha citato anche l’Agenzia europea per i medicinali (Ema): «Continua a rassicurare, spiegando che il rischio è trascurabile, mentre il beneficio è molto elevato. Quindi, la campagna vaccinale va avanti, anzi va accelerata». Questi episodi però non vanno sottovalutati. «Seppur rari sono drammatici, quindi è giusto sequestrare il lotto, manderemo gli ispettori per verificare che tutte le procedure siano state aderenti alle necessità e ai protocolli. L’Iss farà le dovute verifiche sulla qualità delle fiale di quel lotto, quindi servirà qualche giorno. Qualsiasi caso, seppur raro, va affrontato con serietà e rigore, ma non è stato ancora dimostrato alcun nesso di causalità». (agg. di Silvana Palazzo)



CASO ASTRAZENECA, INTERVIENE ANCHE DRAGHI

Aifa nelle scorse ore ha ribadito la sicurezza e l’efficacia del vaccino di Astrazeneca contro il Covid-19 ma non si placa il dibattito. Pochi minuti fa sono arrivati importanti aggiornamenti dalla Spagna: la portavoce del governo, Maria Jesus Montero, ha annunciato la sospensione per precauzione dell’utilizzo di alcune dosi del vaccino anglo-svedese. L’esponente dell’esecutivo ha specificato che al momento non sono state registrate reazioni avverse gravi.

Tornando a noi, del vaccino Astrazeneca ha parlato il premier Mario Draghi nel corso di un punto stampa: «Nella giornata di ieri l’Agenzia Italiana del Farmaco ha bloccato un lotto di vaccini Astrazeneca dopo la segnalazione di alcuni gravi eventi avversi. Si tratta di una decisione precauzionale in linea con questo fatto da altri Paesi europei e che dimostra l’efficacia dei sistemi di farmacosorveglianza. Il Parere dell’Aifa è che non ci sia alcuna prova che questi eventi siano legati alla somministrazione del vaccino. L’Ema sta esaminando i casi sospetti, ma ha anche consigliato di proseguire col suo utilizzo». (Aggiornamento di MB)



CASO ASTRAZENECA, IL PARERE DELL’AIFA

AstraZeneca nuovamente protagonista delle cronache delle ultime ore. Dopo la decisione di ritirare un lotto sospetto e dopo la morte di un militare, l’Aifa è intervenuto per fare chiarezza, spiegando come il siero sia assolutamente sicuro. L’azienda, nel contempo, ha comunicato un nuovo taglio alle consegne delle dosi di vaccino anti-covid. Rispetto a quanto previsto, la multinazionale farmaceutica anglo-svedese ha fatto sapere che fornirà all’Unione Europea entro il primo trimestre dell’anno 2021, quindi, entro la fine di marzo, 30 milioni di dosi, un terzo rispetto agli obblighi contrattuali e il 25% in meno rispetto agli impegni che erano stati presi con l’Ue soltanto il mese scorso, poche settimane fa. Secondo a quanto sostenuto da Bruxelles, fra i mesi di marzo e aprile arriveranno quindi 50 milioni di dosi quando in precedenza Pascal Soriot, il Ceo di AstraZeneca, aveva “promesso” 40 milioni solo entro la fine del mese in corso. Continuano quindi i tagli nelle consegne, dopo il 60% in meno a gennaio, il 15% in meno a febbraio e ora il 25% a marzo.

Storce il naso l’Unione Europea, a cominciare dal commissario per il Mercato unico, Thierry Breton, che attraverso la propria pagina Twitter ha cinguettato che la società sta facendo “sforzi” ma “non del suo meglio, non il massimo sforzo possibile. Questo non basta per rispettare gli obblighi assunti nel primo trimestre, è tempo che il board di AstraZeneca si assuma la sua responsabilità fiduciaria e faccia ciò che serve per adempiere agli impegni”.

ASTRAZENECA, NUOVO TAGLIO DOSI: DA 90 MILIONI A 30

Come ben si ricorda, già lo scorso 20 febbraio AstraZeneca aveva annunciato un taglio di consegne all’Italia, 15% di dosi in meno, passando dalle 566mila fiale previste alle 506mila consegnate poi alle varie regioni, obbligando ad un rallentamento della campagna vaccinale da sud a nord del nostro paese, e a rivedere un’altra volta il piano vaccini. La società si giustificò specificando che il lavoro di produzione fosse molto complesso e assicurando di fare del suo meglio “per rispettare l’impegno di consegnare all’Italia 4,2 milioni di dosi nel primo trimestre, con l’obiettivo di superare i 5 milioni”. Il contratto siglato fra l’Ue e AstraZeneca, che venne reso pubblico nelle scorse settimane pur camuffato nelle sue parti sensibili, prevedeva inizialmente 90 milioni di dosi entro marzo 2021: a questo punto, se verranno confermate le 30.1 entro le prossime due settimane, si tratterà di un taglio quasi netto del 33%. Questo sembrerebbe quindi il vero ostacolo alla vaccinazione e non tanto le numerose notizie circa una presunta pericolosità del vaccino che si rivelano puntualmente delle “fake”.