Il vaccino di AstraZeneca, quello prodotto in collaborazione fra l’università di Oxford e l’Irbm di Pomezia, sarà a breve testato anche su bambini e ragazzini. Come annunciato da Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group e pediatra, saranno 300 i giovani di minore età compresa fra i 6 e i 17 anni che verranno impiegati in questo test “Mentre la maggior parte dei bambini e dei ragazzi – le parole riportate dall’agenzia Adnkronos – è colpita solo relativamente dal Covid ed è improbabile che si ammali, è importante stabilire la sicurezza e la risposta immunitaria del vaccino per i bambini e i giovani, dato che alcuni di loro potrebbero trarre beneficio dalla vaccinazione”.
La sperimentazione partirà a breve, entro la fine del mese di febbraio, e l’obiettivo è appunto quello di capire l’efficacia del vaccino sui minorenni nonché eventuali reazioni allergiche gravi. Dei 300 volontari, 40 riceveranno l’iniezione del siero mentre agli altri 60 sarà somministrato un richiamo per la meningite. “E’ importante stabilire la sicurezza e la risposta immunitaria al vaccino”, ha aggiunto Andrew Pollard, aggiungendo che alcuni minori potrebbero “comunque beneficiare dall’immunizzazione”.
ASTRAZENECA, SPERIMENTAZIONE VACCINO SUI MINORI: I DETTAGLI
Al momento non vi è alcun vaccino che viene somministrato al di sotto dei 16 anni, ma è facile intuire quanto sia importante vaccinare anche i minori, tenendo conto del fatto che spesso e volentieri sono proprio i più giovani a veicolare il virus, infettando a loro insaputa i genitori e i nonni. L’azienda, annunciando la sperimentazione, ha fatto chiarezza anche sul fatto che “non vi è attualmente alcuna fornitura, vendita o distribuzione del vaccino al settore privato” e che “Se qualcuno offre vaccini attraverso il settore privato, è probabile si tratti di vaccini contraffatti e come tali vanno segnalati alle autorità competenti”. AstraZeneca, di conseguenza “è impegnata a supportare un accesso al vaccino ampio, equo e senza profitto per tutta la durata della pandemia e terremo fede al nostro impegno globale nei confronti dei governi e delle organizzazioni sanitarie internazionali”.