Quando Pascal Soriot ha assunto la guida di AstraZeneca nel 2012 come direttore esecutivo, il gruppo farmaceutico si trovava di fronte a un calo delle vendite e a migliaia di tagli di posti di lavoro. Visitando gli stabilimenti dell’azienda, trovò il personale “disorientato” e “ansioso”. Un decennio più tardi, AstraZeneca è diventata la società britannica quotata in Borsa di maggior valore insieme alla Shell, la major petrolifera, con un valore di circa 164 miliardi di sterline e, come scrive il “Times”, “ha registrato un’impennata delle vendite e degli utili grazie a un portfolio di nuovi farmaci all’avanguardia”.



Nel 2014, ha aggiunto il quotidiano, Soriot respinse un’offerta da 69 miliardi di sterline da parte di Pfizer, la sua rivale americana, supervisionando la creazione di un centro di ricerca e sviluppo a Cambridge e venendo nominato cavaliere, sino ad arrivare alla produzione di un vaccino anti-Covid. Un’inversione di tendenza sorprendente per AstraZeneca, che ha giustificato tutto l’ottimismo iniziale di Soriot.



ASTRAZENECA, QUALE FUTURO?

Tuttavia, mentre il Consiglio di amministrazione dell’azienda si prepara ad annunciare i risultati dell’anno, le azioni di AstraZeneca sono scese dai massimi storici e quattro dei suoi 13 farmaci di successo, che hanno generato complessivamente 9 miliardi di dollari di vendite nel 2021, quasi un quarto delle vendite totali, cominceranno ad affrontare la concorrenza dei farmaci generici prima della fine del decennio. Si tratta, riporta il “Times”, di “Brilinta, farmaco cardiovascolare; Farxiga, trattamento per il diabete, l’insufficienza cardiaca e le malattie renali croniche; Soliris, farmaco per le malattie rare del sangue; Lynparza, farmaco per il cancro ovarico”.



Come hanno osservato gli analisti di Bank of America, le azioni di AstraZeneca sono significativamente scontate rispetto alle multinazionali Novo Nordisk ed Eli Lilly, ma Soriot continua a essere fiducioso per il futuro e annuncia di avere già provveduto in passato a preparare il portfolio del colosso affinché possa affrontare al meglio un altro “ciclo di crescita”.