È altamente improbabile che il vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca/Oxford ottenga il via libera entro gennaio: secondo l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ci sono stati degli errori metodologici durante la prima fase di sperimentazione del farmaco. Ma il farmacologo Carlo Centemeri, della Giovanni Lorenzini Medical Foundation MI-NY, rassicura: “sicurezza e tollerabilità del vaccino di AstraZeneca/Oxford restano fuori discussione”.
Allora perché i tempi di approvazione del candidato vaccino si sono ancora allungati? Come spiega il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca, “questo non sembra riguardare problemi correlati alla sicurezza del vaccino, ma piuttosto alla sua efficacia valutata con un protocollo poco lineare, in quanto alcuni dati sono stati ottenuti con una dose seguita da una seconda variabilmente somministrata, o mezza dose per errore seguita da una dose piena. In questo modo non tutti i soggetti sono stati sottoposti ad un richiamo negli stessi tempi, portando ad un elemento di difficile interpretazione sulla reale percentuale di efficacia”.
ASTRAZENECA, NEL REGNO UNITO HA GIÀ OTTENUTO IL VIA LIBERA. SORIOT: “SICURO AL 95%”
In Gran Bretagna il vaccino anti Covid-19 di Astrazeneca è già stato approvato per l’uso d’emergenza. Faccenda diversa per l’Unione Europea, che dovrà attendere i tempi decisamente più lunghi previsti dall’EMA. Npel Wathion, il vicedirettore esecutivo dell’Agenzia Europea del Farmaco ha parlato addirittura di fine febbraio. È una brutta notizia per l’Italia che aveva puntato molto sull’arrivo di Astrazeneca, opzionando 40 milioni di dosi, di cui 16 milioni previste entro il primo trimestre 2021. Intanto i ricercatori di Astrazeneca sono tornati al lavoro a pieno ritmo per fornire nuovi dati all’Ema. La società farmaceutica sta analizzando i risultati delle sperimentazioni di fase tre in Gran Bretagna, Brasile e Sudafrica su 24mila volontari. Il ceo di Astrazeneca Pascal Soriot è fiducioso e in un’intervista Sunday Times ha dichiarato: “In seguito agli ultimi test supplementari, possiamo dire che anche il nostro vaccino sviluppa un’immunità nel 95% dei casi, pari a quella di Pfizer”.