Sulle pagine del quotidiano La Verità è stata pubblicata un’inchiesta su alcuni finanziamenti che AstraZeneca e Johnson & Johnson avrebbero corrisposto nel corso dei due anni di pandemia. Non è chiara l’effettiva natura dei finanziamenti, indicati dalle due aziende farmaceutiche come donazioni, ma risulterebbe quanto meno sospetta l’ingente entità dei fondi corrisposti, e soprattutto il fatto che nascondano una sorta di “patto”, forse tacito, che esclude la possibilità che si parli male dei prodotti della stessa azienda. Ovviamente, ad oggi, si tratta solo di semplici supposizioni riportate dal quotidiano di Belpietro e tutte da dimostrare.
Procediamo, però, per ordine per capire meglio la natura e l’entità delle donazioni di AstraZeneca e Johnson & Johnson. Innanzitutto, i dati: dai bilanci emerge come nel corso degli ultimi anni le aziende farmaceutiche abbiano investito maggiori risorse nella ricerca scientifica e nella promozione dei prodotti. Nel 2019 si spesero, per esempio, poco meno di 8 mila euro, aumentati ad 11 mila nel 202o e 2021, ai quali se si aggiungono le donazioni si arriva, rispettivamente, a 14 ed oltre 16 milioni. Complessivamente, insomma, tra ricerca, sviluppo e promozione (includendo le donazioni) AstraZeneca ha investito oltre 30 milioni nel corso dei soli anni di pandemia da covid.
Chi ha sovvenzionato AstraZeneca con i 30 milioni?
Ora, però, il punto forse più dolente dell’inchiesta condotta da La Verità sui finanziamenti di AstraZeneca e Johnson & Johnson, ovvero a chi sono stati corrisposti, almeno per quanto riguarda il territorio italiano. Tra questi spunta, per esempio, la Fondazione The Bridge di Milano (213mila euro), nel cui consiglio siede Carlo Patrini, anche presidente del comitato etico dell’ISS. Ma anche l’Humanitas di Rozzano (450 mila euro) presieduta da Alberto Mantovani, vera star della pandemia e della campagna vaccinale.
Tra i tanti finanziamenti corrisposti da AstraZeneca e Johnson & Johnson oltre alle donazioni, sono stati rendicontate differenti causali tra sponsorizzazioni per eventi, consulenze, quote di iscrizione e spese per viaggi ed ospitalità. Singolare, invece, appare il fatto che tra i tanti nomi che avrebbero, per una ragione o un’altra, ricevuto quei fondi, compaiono anche dei nomi illustri come la casa editrice Mattioli che pubblica lo European Journal of Oncology e Acta Biomedica, oppure la Sics che pubblica la rivista Nature. Similmente, tra i beneficiari di AstraZeneca e Johnson & Johnson compaiono anche l’Ospedale Niguarda e il San Raffaele di Milano, oppure le Università Bocconi e Cattolica, sempre di Milano.