Dopo i ritardi di Pfizer-BioNTech, brutte notizie anche da AstraZeneca. Le consegne iniziali del vaccino sviluppato con l’Università di Oxford e l’Irbm di Pomezia saranno inferiori agli obiettivi che erano stati prestabiliti. Il motivo è legato ad un problema tecnico della produzione. Lo ha annunciato un portavoce della casa farmaceutica in una nota, che è stata riportata dal Guardian. “I volumi iniziali saranno inferiori a quanto originariamente previsto a causa della riduzione dei rendimenti in un sito di produzione all’interno della nostra catena di fornitura europea”, ha dichiarato il portavoce di AstraZeneca. Inoltre, ha spiegato che a febbraio e marzo verranno fornite decine di milioni di dosi all’Unione europea, nel frattempo continueranno ad incrementare i volumi di produzione.
Questa notizia rappresenta l’ennesima frenata alla campagna vaccinale europea. L’Ue si aspettava, infatti, ben 100 milioni di dosi da AstraZeneca nel primo trimestre di quest’anno, invece l’azienda non riuscirà a consegnare neppure la metà di quella quantità, anche se hanno precisato di non avere numeri definitivi.
ASTRAZENECA RALLENTA, MALUMORE UE “UNA VERGOGNA”
AstraZeneca ha precisato però che non c’è alcuna modifica nei volumi di consegna previsti per il Regno Unito. Il problema riguarda, dunque, solo l’Unione europea, che ora si ritrova con un’altra grana, dopo i tagli di Pfizer-BioNTech. Mentre si elaborano ancora i dettagli delle consegne riviste dei vaccini anti Covid, che potrebbero essere anche meno di 40 milioni, Financial Times registra il malumore di Bruxelles. Un funzionario europeo ha parlato di un “deficit significativo”, un altro lo ha definito “una vergogna”. Traspare la crescente frustrazione dell’Ue per i problemi nel programma di immunizzazione. Pensiamo all’Italia, che ha scommesso molto sul vaccino di AstraZeneca. Peraltro, è stato il primo vaccino pre-ordinato dal blocco europeo con 400 milioni di dosi che coprirebbero quasi la metà dei 446 milioni di abitanti del Vecchio Continente visto che sono previste due inoculazioni. E pensare che prima di questo annuncio quattro Paesi – cioè Austria, Repubblica Ceca, Danimarca e Grecia – avevano scritto al presidente del Consiglio Ue Charles Michel chiedendo di avviare già la distribuzione del vaccino AstraZeneca in modo tale da avere le dosi già pronte subito dopo l’approvazione da parte dell’Ema. Un problema che al momento non si pone più considerando che le prime consegne saranno pure inferiori al previsto. Sarà per questo che l’Ema ha avviato l’iter di approvazione dei vaccini russo e cinese, cioè Sputnik V e Sinovac?