Astrazeneca presenta il piano per scorporare le attività in Cina, secondo il Financial Times starebbe valutando la quotazione separata sul mercato tramite Hong Kong, per evitare le conseguenze delle tensioni geopolitiche in crescita tra Pechino e Washington. Il quotidiano ricorda che l’azienda aveva già avviato le trattative con i banchieri mesi fa, e che non si tratta dell’unica Big Pharma che attualmente punta sull’espansione nel territorio asiatico per implementare la ricerca e la produzione, soprattutto sul piano biotecnologico e sviluppo di farmaci e vaccini contro il cancro.



Le misure adottate dal governo statunitense contro la Cina però sono destinate ad aumentare, e quasto potrebbe mettere in seria difficoltà le aziende, soprattutto per quanto riguarda l’operazione finanziaria di quotazione in borsa a Shangai. La soluzione alternativa rappresentata da unità separate quindi potrebbe presto essere adottata anche da altre multinazionali per proteggersi politicamente da nuove restrizioni. Soprattutto dalle prossime mosse del governo cinese, che potrebbero riguardare proprio le “nazionalizzazioni” di aziende straniere biotech presenti nel territorio.



Astrazeneca divide aziende cinesi per proteggersi da tensioni geopolitiche Usa- Cina

Il Financial Times ha analizzato il piano di Astrazeneca, che prevederebbe una quotazione interna cinese, ma probabilmente a Hong Kong, per la divisione farmaceutica a Pechino. Avere unità separate potrebbe allo stesso tempo infatti, far mantenere il controllo occidentale sulla produzione e la ricerca, ma allo stesso tempo avere un basso rischio di esposizione politica nel caso di nuove misure nei confronti di aziende straniere da parte del governo.

Questo porterebbe inoltre all’approvazione più rapida di nuovi prodotti immessi in commercio, e a più finanziamenti statali per la ricerca biotecnologica sulla quale stanno puntando le Big Pharma. L’amministratore delegato di Astrazeneca ha dichiarato che “l’acquisizione di aziende cinesi è un importante traguardo per implementare le attività, soprattutto quelle legate alle terapie innovative per le malattie rare e per il cancro“. Contemporaneamente però non sono stati commentati i “rumors” anticipati dal quotidiano, i consulenti infatti hanno confermato di non voler alimentare in alcun modo voci o speculazioni in merito a future strategie finanziarie del gruppo.