«Ritenere che il trattamento riservato al nostro vaccino non sia stato proprio sereno non è dopotutto un’affermazione esagerata»: Piero Di Lorenzo, presidente di Irbm, senza troppi giri di parole sul farmaco di Astrazeneca. Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa dopo il nuovo via libera dell’Ema in merito alla presunta connessione con le morti per tromboembolia.



Di Lorenzo ha tenuto a mettere in risalto che Astrazeneca «sta facendo uno sforzo sovrumano, dopo aver gestito tutta la sperimentazione clinica, per organizzare la produzione e la distribuzione di tre miliardi di dosi del vaccino senza guadagnare un centesimo», rimarcando che rinunciare ad un pacco di miliardi di dollari non è esattamente una ovvietà.



DI LORENZO: “ORGOGLIOSO DEL PREZZO BASSO DI ASTRAZENECA”

A proposito dei ritardi e dei tagli nelle consegne, Piero Di Lorenzo ha sottolineato che fare vaccini anti-Covid non è come fare pillole, citando anche i problemi riscontrati nella messa a punto del processo produttivo nel sito belga. Tornando sul prezzo di vendita delle dosi di Astrazeneca, il numero uno di Irbm ha evidenziato che qualcuno potrebbe aver strumentalizzato il mancato profitto per l’azienda «per fare passare l’idea che fosse dovuto ad un’efficacia minore»: «Penso inoltre che qualche nazionalismo mediatico esasperato possa aver prodotto una comunicazione distorta e orientata, oltre a concrete azioni di ostruzionismo come gli attacchi hacker che hanno colpito anche l’IRBM». Di Lorenzo si è inoltre detto molto orgoglioso del prezzo così basso, per poi accendere i riflettori sui dubbi delle persone sul vaccino: «É innegabile che questa serie di allarmi concorra a creare un clima di sfiducia e di incertezza che si traduce in perplessità verso tutti i soggetti dell’operazione vaccinale. Mi rincuora la certezza che i medici e gli scienziati, a parte qualche eccezione irrilevante, siano ben convinti di quanto sia efficace e sicuro il vaccino che AstraZeneca sta distribuendo nel mondo».

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