AstraZeneca nei guai? L’Unione europea ha deciso ufficialmente di passare alle maniere forti, chiedendo ai propri avvocati, come riportato dall’agenzia di stampa Reuters, di rivolgersi al tribunale di Bruxelles ai fini di ottenere il riconoscimento di una sanzione esemplare all’azienda anglo-svedese, resasi protagonista nei mesi precedenti di numerosi slittamenti e ritardi nell’ambito delle consegne dei vaccini. Si cercherà di ottenere un risarcimento quantificato e quantificabile in dieci euro a dose per ogni singolo giorno di ritardo e, parallelamente, una multa da 10 milioni di euro al colosso per ciascuna violazione contrattuale che sarà accertata dalla giustizia.
La sentenza è attesa già entro giugno ed è importante comprendere a fondo quali siano le contestazioni mosse dall’Ue nei confronti di AstraZeneca. Il legale Rafael Jeffareli, come si legge nella nota d’agenzia, ha sottolineato come in tutto cinquanta milioni di dosi siano state dirottate verso Paesi terzi, violando così il contratto. In particolare, l’avvocato ha accusato la società di avere concesso forniture privilegiate alla Gran Bretagna.
UE CHIEDE MAXI-RISARCIMENTO AD ASTRAZENECA
In particolare, in occasione dell’udienza di dibattimento, l’avvocato dell’Ue ha sostenuto che lo stabilimento olandese di AstraZeneca ha rifornito mercati diversi da quelli comunitari dopo la firma del contratto con l’Europa. In particolare, “Quotidiano Nazionale” riporta alcune frasi dell’avvocato: “Il massimo impegno significa flessibilità. Perché il passaggio dal sito di Halix (alla fornitura Ue) è iniziato solo il 13 ottobre? AstraZeneca non ha nemmeno utilizzato tutti gli strumenti a sua disposizione”. Da parte di AstraZeneca, nel frattempo, sono giunte secche smentite e le accuse mosse dall’avvocato dell’Unione europea sono state rispedite al mittente senza troppi giri di parole. Il legale dell’azienda, Hakim Boularbah, ha asserito, in particolare, che i contratti non contengono “alcun obbligo di utilizzare quei siti di produzione. È magari quello che vorrebbe la commissione, ma non è previsto nel contratto”. Insomma, chi avrà ragione? La partita si sposta adesso in tribunale e il risultato, ad oggi, è tutt’altro che scontato.