Seppur con molti “omissis”, il contratto tra AstraZeneca e l’Unione europea è stato pubblicato e smentisce le dichiarazioni dei vertici sul vaccino. L’amministratore delegato Pascal Soriot aveva parlato di un problema in uno degli stabilimenti e che il contratto col Regno Unito era stato firmato tre mesi prima, ma nel documento si legge che l’azienda «dichiara, garantisce e conviene» di «non essere soggetta ad alcun obbligo, contrattuale o di altra natura, nei confronti di alcuna persona o terza parte per quanto concerne le dosi iniziali per l’Europa o che confligga o sia incoerente in modo rilevante con le condizioni di questo contratto oppure che possano impedire il completo adempimento degli obblighi previsti da questo contratto». Un passaggio che elimina i dubbi sugli obblighi di Astrazeneca. Ma negli ultimi giorni si è parlato anche della produzione delle dosi nel Regno Unito. Secondo l’azienda sarebbero state riservate a Londra, invece il contratto prevede che vengano usate anche per rispettare gli impegni con l’Europa. Infatti, nel contratto è scritto che l’azienda «farà ogni sforzo ragionevole (“best reasonable effort”) per produrre il vaccino» anti Covid «nei siti manifatturieri localizzati all’interno dell’Ue (che, unicamente ai fini di questa sezione del contratto, include anche il Regno Unito) e potrà produrre il vaccino in stabilimenti non Ue, se del caso, per accelerare la fornitura del vaccino in Europa».
Questo vuol dire che non sono compresi solo gli stabilimenti Ue, ma anche quelli extra Ue. C’è però una subordinata: «A patto che che AstraZeneca fornisca preavviso scritto di tali stabilimenti non Ue alla Commissione, che dovrà includere una spiegazione per la decisione di ricorrervi». Prevista anche la possibilità di fornitori a contratto per produrre le dosi di vaccino. Nell’allegato A, pieno di omissis, ci sono i siti dell’azienda. Sono menzionati quelli in Francia, Belgio, Irlanda, Regno Unito, Germania e Italia. Non si tratta di un’opzione, ma di un preciso obbligo contrattuale sottoscritto dall’azienda. (agg. di Silvana Palazzo)
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CONTRATTO ASTRAZENECA-UE PER FORNITURA VACCINI
Come annunciato, la Commissione Ue ha pubblicato oggi il contratto con AstraZeneca per la fornitura dei vaccini anti Covid sviluppati in collaborazione con l’Università di Oxford e l’Irbm di Pomezia. In seguito alla richiesta inoltrata il 27 gennaio, la casa farmaceutica ha accettato di pubblicare il contratto redatto e firmato tra le parti il 27 agosto 2020. «La Commissione accoglie con soddisfazione l’impegno dell’azienda verso una maggiore trasparenza nella sua partecipazione al lancio della strategia dell’UE per i vaccini», commenta Bruxelles nel comunicato diffuso poco fa. «La trasparenza e la responsabilità sono importanti per contribuire a costruire la fiducia dei cittadini europei e per assicurarsi che possano fare affidamento sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini acquistati a livello dell’UE».
Ma non è finita qui, perché la Commissione Ue spera di poter pubblicare tutti i contratti sottoscritti nell’ambito degli Advance Purchase Agreements, dopo aver fatto lo stesso con quello CureVac. Sono stati però “oscurati” informazioni confidenziali, come i dettagli delle fatture. In particolare, sono secretate le due pagine relative al valore economico del contratto.
PREVISTI ANCHE “FORNITORI A CONTRATTO”
La Commissione Ue ha precisato che il contratto che è stato negoziato con AstraZeneca è stato approvato il 14 agosto ed è entrato in vigore il 27 agosto. In virtù di ciò, gli Stati membri «sono in grado di acquistare 300 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca, con un’opzione per altri 100 milioni di dosi, da distribuire su una base proporzionale alla popolazione». Il contratto permette anche agli Stati membri di donare eventualmente le loro dosi di vaccini a nazioni a basso-medio reddito o di inviare ad altri paesi europei, laddove fosse necessario. Per Ursula von der Leyen il «massimo impegno» citato nel contratto era valido solo fino a quando AstraZeneca «non avrebbe avuto la certezza di poter sviluppare il vaccino». Inoltre, sono previste le quantità da consegnare a dicembre e nei primi tre trimestri del 2021, così come sono citati quattro siti di produzione, due dei quali in Gran Bretagna.
A pagina 11 poi è scritto che «se AstraZeneca non fosse in grado di rispettare l’intenzione di produrre le Dosi iniziali europee e/o dosi facoltative ai sensi del presente accordo nell’UE, la Commissione o gli Stati membri partecipanti possono presentare ad AstraZeneca OCM (organizzazioni di produzione a contratto, ndr) all’interno dell’UE in grado di produrre le dosi del vaccino, e AstraZeneca farà tutto il possibile per stipulare un contratto con le OCM proposte, al fine di aumentare la capacità produttiva disponibile nell’UE».