Astrid Kirchherr è morta: la “musa” dei Beatles, la fotografa che con i suoi scatti contribuì a rendere gli ancora giovanissimi Fab Four delle icone di stile, si è spenta ad Amburgo, sua città natale, dov’era nata il 20 maggio 1938, alla vigilia del suo 82esimo compleanno. Come riportato da La Repubblica, fu proprio la Kirchherr a curare lo stile visivo dei giovani destinati a scrivere pagine uniche della storia della musica e ad ideare per loro il taglio dei capelli a caschetto. Un legame indissolubile quello tra lei e i Beatles, se è vero che a dare l’annuncio della sua morte è stato proprio lo storico della band, Mark Lewisohn, che su Twitter ha precisato che Kirchherr si è spenta mercoledì scorso dopo una breve malattia: “Il suo dono ai Beatles è stato incommensurabile”, ha cinguettato.



ASTRID KIRCHHERR, MORTA MUSA DEI BEATLES: GRAZIE A LEI IL TAGLIO A CASCHETTO

Allieva e assistente del grande fotografo tedesco Reinhart Wolf (1930-1988), è grazie ad Astrid Kirchherr, ‘musa esistenzialista’ durante gli ‘Hamburg Days’, gli anni formativi dei Beatles nell’Amburgo del dopoguerra, se i Beatles sono diventati – almeno esteriormente – quelli che oggi tutti conosciamo. Come scrive “La Repubblica”, il primo incontro tra Astrid e 5 ragazzi di Liverpool incontratisi a scuola e in cerca di fortuna ed esperienze al di là dell’isola britannica avvenne “nel 1960 al Kiserkeller di Amburgo, uno dei molti locali sulla Reeperbahn in cui le giovani band inglesi venivano messe sotto contratto a pochi marchi per suonare rock’ n’ roll tutta la notte ed intrattenere i molti soldati americani di stanza nella città dopo la fine della seconda guerra mondiale”. La band era allora composta da John Lennon (voce e chitarra), Paul McCartney (voce e chitarra), George Harrison (chitarra), Pete Best (batteria) e Stuart Sutcliffe (basso). Fu proprio la Kirchherr ad introdurre il gruppo “all’arte e alla letteratura esistenzialista, portando in loro un drastico cambiamento nello stile: le giacche di pelle, gli stivali alla texana e i capelli con la banana lasciarono presto posto a completi, camice e al più minimale taglio dei capelli a caschetto che anche la fotografa sfoggiava e che sarebbe diventato presto uno dei simboli della band (in alcune interviste rigettò tuttavia questa attribuzione”).

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