Astutillo Malgioglio, ex portiere, tra le altre, di Inter, Roma, Lazio e Atalanta, è stato premiato dal capo di Stato, Sergio Mattarella, con il riconoscimento di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. È successo in data odierna, sabato 13 novembre 2021, all’età di 63 anni, con la seguente motivazione: “Per il suo costante e coraggioso impegno a favore dell’assistenza e dell’integrazione dei bambini affetti da distrofia”. Una vita spesa per gli altri, anche se il diretto interessato, ai microfoni del “Corriere della Sera”, ha dichiarato: “No, questo non è vero. Sono loro i ragazzi, le famiglie, le mamme che hanno dato la vita a me, che mi hanno aiutato a capirne il suo significato. Il premio mi fa molto piacere, ma sono sconvolto: non mi meritavo nulla. Lo dedico ai ragazzi sono loro che mi hanno fatto vivere bene la mia vita, che hanno aiutato me”.



Malgioglio, per tutti “Tito”, ha creato l’associazione “Era77” (acronimo familiare: la E sta a simboleggiare la figlia Elena, la R la moglie Raffaella e la A Astutillo) per sorreggere i più fragili. Un’attività svolta fino al 1995, quando il sodalizio ha chiuso i suoi battenti. L’estremo difensore, tuttavia, ha proseguito la sua esistenza al servizio del prossimo: “Non ci sono più i muri, un luogo fisico, ma ci sono le case delle persone. Continuo a fare quel che ho sempre fatto”.



ASTUTILLO MALGIOGLIO: “VOLEVO AIUTARE CHI NON HA VOCE, CHI URLA DI SOFFERENZA”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inteso premiare Astutillo Malgioglio, che al “Corriere della Sera” ha commentato: “Tutto questo l’ho fatto perché me lo sentivo, è sempre stato il progetto di Dio per me. Non posso giudicare gli altri, non è giusto. Non faccio parte del mondo, sono nel mondo che è effimero, è attento a guardare tutto quello che non è realtà, senza curarsi di quel che vale davvero, senza gratuità e pensando di ricevere qualcosa in cambio che poi magari dura un giorno o una settimana. Ho sempre guardato agli altri come a un’ancora di salvezza, volevo aiutare chi non ha voce, chi urla di sofferenza: un’assistenza amorosa ai ragazzi, cui do tutto quello che ho”.



Malgioglio ha poi evidenziato che la gente che lo può aiutare la trova in continuazione e che, quindi, non c’è un’urgenza economica, anzi: sarebbe sbagliato ridurre tutto solo a quell’aspetto: “Entro nelle case dei ragazzi, delle famiglie, sto con loro e loro con me. La speranza in un cambiamento c’è sempre. Mi piacerebbe che le persone trovassero nella sofferenza un modo per ribaltare la vita e trasformarla in gioia. La mia volontà è dare la vita per altri, perché così io ho trovato la mia”.