Un traguardo storico per l’Atalanta che entra in Champions League: un traguardo mai raggiunto prima. La prima qualificazione alla grande competizione internazionale, giunta con il terzo posto (record) ottenuto davanti a Inter, Milan e Roma. Certo: il fatto che queste tre big abbiano chiuso il loro campionato sotto i 70 punti è stato un fattore determinante per spingere la Dea che, solo due anni fa, con 72 punti si era classificata quarta. Tuttavia la storia si fa con i fatti concreti: uno di questi è appunto il terzo posto di una squadra che ha saputo esprimere un grande calcio, ha avuto il miglior attacco della Serie A (77 gol) ma ha anche raggiunto la finale di Coppa Italia, persa contro la Lazio. La Champions League è un sogno che diventa realtà, ma adesso bisognerà valutare le strategie della società: si parla di un Gian Piero Gasperini diretto alla Roma – anche se il presidente Percassi ha detto che sicuramente il tecnico resterà – e di almeno tre giocatori in partenza, ma la nuova Atalanta potrebbe essere anche più competitiva di questa. Intanto, per un commento sulla grande impresa con l’ingresso in Champions League e una prima panoramica su quello che sarà, IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva Bortolo Mutti.



Atalanta in Champions League: fino a che punto è una sorpresa? Io sinceramente me l’aspettavo: ero convinto che l’Atalanta potesse realmente ambire ai primi quattro posti del campionato.

Quanto conta la società in questo risultato? Tanto: c’è stata una programmazione precisa, si è fatto tutto nella maniera ideale. La società ha lavorato al meglio su tutti i dettagli possibili e si è raggiunto questo risultato.



Senza la crisi delle big il traguardo sarebbe stato fuori portata? Questo è senza dubbio vero, ma bisogna considerare quello che l’Atalanta ha fatto: ha avuto il miglior attacco della Serie A ed è stata impegnata in Coppa Italia sino all’ultima partita, a differenza di altre squadre.

Finale di Coppa Italia – appunto – e in generale tre anni da protagonista del campionato italiano: come ha fatto l’Atalanta a diventare una grande del calcio italiano? Proprio con una programmazione ben precisa in questi tre ultimi anni, una crescita costante di gioco e risultati che l’ha portata fino alla Champions League.



Che importanza dà al vivaio orobico per questo traguardo? Storicamente il settore giovanile dell’Atalanta è sempre stato importante, anche se va detto che quest’anno la prima squadra non ha attinto in profondità al suo vivaio.

La società però è stata bravissima in sede di calciomercato, acquistando calciatori non troppo noti che si sono rivelati determinanti… Questo è stato un merito dell’Atalanta: questi giocatori hanno trovato la loro consacrazione a Bergamo, va riconosciuto.

Gasperini è il primo artefice di questo successo? Quali sono i suoi meriti? Gasperini è sicuramente il protagonista principale: ha saputo lavorare benissimo sui singoli ma soprattutto ha modellato un gruppo unito e vincente.

Pensa che la prossima stagione lascerà davvero l’Atalanta? Questo sinceramente non lo saprei dire…

Quali sono i calciatori che l’hanno impressionata di più? Davanti a tutti metto Papu Gomez, ma poi direi senza dubbio anche Duvan Zapata e Ilicic.

Quali sono state invece le partite chiave? Quelle contro Napoli e Lazio nel girone di ritorno: credo sia in questi due episodi che l’Atalanta ha costruito la qualificazione in Champions League.

Atalanta vuol dire tradizione, vuol dire Bergamo: quanto conta la squadra per questa città? Conta tanto: l’Atalanta è radicata nel tessuto sociale di Bergamo, fa parte di questa città al 100%. Del resto ogni anno c’è anche la festa della Dea a Bergamo… e quest’anno l’evento assumerà un contorno ancora più speciale!

Quale sarà il futuro? Tra Champions League e campionato, come vede l’Atalanta della prossima stagione? Penso che possa essere una buona Atalanta: resterà sempre una squadra di buon livello.

La sensazione è che il gruppo sarà confermato o ci sarà una rivoluzione, magari anche in meglio? Non credo che ci saranno rivoluzioni: penso invece che il gruppo sarà ritoccato con qualche innesto che lo renda ancora più competitivo.

C’è un altro sogno per l’Atalanta nei prossimi anni? Magari quello di vincere un trofeo, riprovarci con la Coppa Italia anche è difficile competere con grandi club come la Juventus per vincere lo scudetto. L’Atalanta deve essere realista per mantenersi tra le primi dieci del campionato italiano, questo sarebbe già un successo senza voler fare il passo più lungo della gamba.

Non è proprio possibile vincere uno scudetto? Ripetere l’impresa del Leicester in Inghilterra sarebbe un sogno: per l’Atalanta sarebbe qualcosa di straordinario…

(Franco Vittadini)