ATLETICA, LA FEDERAZIONE SEGUE LA DECISIONE DEL NUOTO: STOP AI TRANS NELLE GARE UFFICIALI DELLE DONNE

Dopo la storica decisione della FINA nel mondo del nuoto lo scorso giugno, ora anche l’atletica mondiale arriva ad escludere gli atleti transgender dalle gare ufficiali delle donne: la decisione è stata presa ufficialmente oggi dalla World Athletics con il comunicato del presidente mondiale Sebastian Coe. «Il Consiglio ha accettato di escludere a partire dal 31 marzo gli atleti transgender che hanno vissuto la pubertà maschile e hanno completato la transizione da uomo a donna». Tale nuovo regolamento entrerà in vigore a partire dal prossimo 31 marzo 2023: dopo mesi di polemiche su vari ambiti dello sport mondiale per la presenza di atleti trans nelle gare femminile, la decisione prima del nuovo e ora dell’atletica pone un punto di svolta nella complessa tematica di genere legata agli sport femminili.



Il difficile equilibrio tra inclusività da un lato e competitività mantenuta dall’altro ha portato a diverse polemiche su entrambi gli ambiti della vicenda: l’odierna decisione arrivata dal consiglio mondiale dell’atletica è giunta dopo una lunga serie di consultazioni avuta con le diverse Federazioni affiliate a livello mondiale. Si è scelto, pur rimanendo nell’ottica di preservare l’importanza dell’inclusività, di non permettere che vi siano vantaggio ingiusti nei confronti degli atleti iscritti tra le donne ma con elementi fisici e genetici maschili.



“BAN AI TRANS”: COSA CAMBIA ORA NELLE GARE DI ATLETICA FEMMINILE

«La maggior parte degli interpellati ha affermato che gli atleti transgender non dovrebbero gareggiare nella categoria femminile. Molti credono che non ci siano prove sufficienti che non abbiano un vantaggio sulle donne biologiche», ha spiegato ancora Coe, presidente della World Athletics. Il “ban” agli atleti trans dalle gare femminili è giunto dopo il dialogo complesso con oltre 40 federazioni, tra cui anche organizzazioni trans, CIO, Para Athletics e ONU. «Si vogliono maggiori prove che qualsiasi vantaggio fisico sia stato migliorato prima che siano disposte a prendere in considerazione un’opzione per l’inclusione nella categoria femminile», ha concluso il board mondiale dell’atletica leggera.



Nello specifico però come cambierà lo sport dopo questa decisione è presto che detto: il consiglio mondiale ha deliberato su due “categorie” di atleti, ovvero categoria DSD (con sviluppo delle caratteristiche sessuali atipico) e “Transgender” (che hanno completato la transizione da un sesso all’altro). Ebbene, per la prima categoria il nuovo regolamento ha deciso che richiederanno a tutti gli atleti “interessati” di ridurre i propri livelli di testosterone «al di sotto di un limite di 2,5 nanomoli per litro per un minimo di 24 mesi per competere a livello internazionale nella categoria femminile in qualsiasi evento», spiega “La Repubblica”. Per quanto riguarda invece gli atleti trans, il Consiglio ha deciso appunto di escluderli nelle gare femminili se hanno già vissuto la pubertà maschile: «c’era poco sostegno all’interno dello sport per l’opzione che richiedeva agli atleti transgender di mantenere i loro livelli di testosterone al di sotto di 2,5 nmol/L per 24 mesi per essere idonei a competere a livello internazionale nella categoria femminile», rileva ancora la World Athletics. Si è comunque deciso di istituire un gruppo di lavoro per 12 mesi per esaminare la questione dell’inclusione degli atleti trans in maniera ancora più approfondita.