La sterzata per evitare il baratro l’ha data Maurizio De Giovanni, lo scrittore più iconico della città, autore di best seller come I bastardi di Pizzofalcone e il Commissario Ricciardi diventati poi fortunate serie televisive. “Tutti a ironizzare e a sparare sul torneo Atp di Napoli – ha scritto sui social – invece di apprezzare e sostenere chi, una volta tanto, prova a fare qualcosa di bello da queste parti”.
Lo sfogo riguarda il malcontento che cominciava a montare tra i benpensanti e parte della popolazione così influenzata per l’incredibile successione di incidenti che ha inaugurato l’attesa competizione. “E nessuno che dica che sono cose che possono capitare la prima volta che si organizza un evento di questa importanza – continua De Giovanni – peraltro senza soldi pubblici”.
Quindi l’indice puntato sugli invidiosi rosiconi sempre pronti a gioire delle disgrazie altrui: “La zavorra di questa città siete voi, sempre pronti a criticare e mai a mettere insieme uno straccio d’iniziativa”. “Fosse per voi – l’amara conclusione – saremmo ancora aggrappati all’elemosina di Stato”. Verrebbe voglia di abbracciarlo, l’inventore dei Bastardi, per il suo rifiuto a conformarsi.
Il fatto, finito su tutte le cronache e quindi noto, è che i campi allestiti per le gare con i materiali forniti dalla più importante e famosa azienda italiana del settore, una multinazionale, non hanno tenuto all’impatto con la pioggia – in verità una specie di diluvio – caduta il giorno prima delle qualificazioni. Quando gli atleti si sono ritrovati sul rettangolo di gioco, il pavimento ha cominciato a cedere.
È vero, non si è mai vista una cosa del genere. Ma, come ammonisce De Giovanni, può sempre esserci una prima volta. Gli organizzatori del circolo ospitante, il Tennis Club Napoli, con in testa il presidente Riccardo Villari – un politico navigato, non certo un novellino – sono passati subito ai ripari chiedendo e ottenendo da un circolo di Firenze un tappeto che potesse rimpiazzare quello andato in pezzi.
Il manto è stato rimontato in men che non si dica mentre gli incontri preliminari si sono svolti presso altre strutture cittadine che si sono prestate all’occorrenza. L’arena più bella del mondo, affacciata sul golfo più bello del mondo, è salva. A parte qualche inevitabile disagio e il mugugno dei possessori dei biglietti non utilizzabili (ma con promessa di rimborso) la faccenda si è aggiustata.
Senonché il fondo apprestato in tutta fretta diventava scivoloso al calar della sera per l’umidità dovuta alla vicinanza al mare. Come si sa, le belle cose spesso fanno soffrire e anche in questo caso il privilegio di tirare colpi tenendo a vista l’isola di Capri ha richiesto qualche sacrificio. Il calendario ha subìto le dovute variazioni, i turni sono cambiati e gli spettatori si sono dovuti adattare.
E vabbè, apriti cielo, “queste cose accadono solo a Napoli“, ha cominciato a rumoreggiare il popolo del web facendo a gara nel lanciare lazzi, frizzi e vere e proprie accuse d’incompetenza in un crescendo d’irritazione e volgarità. Fino all’irrompere sulla scena del post di De Giovanni che ha dato coraggio alla parte positiva e propositiva della cittadinanza che ha potuto così far sentire anche la sua voce.
Il presidente Villari ha invitato tutti – amici e nemici – a godersi lo spettacolo comunque assicurato rinviando alla fine dell’evento il confronto sulle cause e le responsabilità del disservizio. Un intervento di buon senso e molto equilibrato che nel nuovo clima ha fatto breccia nell’opinione pubblica riuscendo a placare gli spiriti, almeno quelli della maggioranza ragionevole.
E così veniamo al dunque. È vero che la sequenza delle disgrazie poteva prestarsi al ludibrio degli osservatori più cattivi, ma è ancor più vero che nessuno tra quelli che ci hanno messo la faccia si è perso d’animo trovando una risposta a ogni sopravvenienza negativa. Forse altrove ci si sarebbe arresi al destino cinico e baro trovando sfogo nel classico scaricabarile. Qui no. È questa è una bella notizia.
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