Molto probabilmente il rischio che possano ripetersi gli attentati terroristici come quello del dicembre 2018 al mercatino di Natale di Strasburgo o quello al mercatino di Berlino di due anni prima saranno evitati a causa delle restrizioni legate al Covid. Ma questo non significa che non si corra ugualmente il rischio di eventi analoghi in centri commerciali o per le strade affollate delle grandi città europee.



La polizia francese ha arrestato due sospetti che si stavano preparando a un attacco terroristico, in prossimità del Natale, a colpi di coltello tra la folla. Uno dei due ha confessato di voler uccidere gli infedeli e di essere pronto a morire da martire dell’Islam. “Non c’è da stupirsi, Natale o meno” ci ha detto in questa intervista Stefano Piazzagiornalista, saggista, esperto di terrorismo islamico, “questa della polizia è stata una normale operazione di routine nei conforti di due elementi conosciuti. Sono operazioni che vengono compiute di continuo.



A doverci preoccupare è invece l’arrivo in Europa, Italia compresa, dei tanti profughi dall’Afghanistan, molti dei quali erano segnalati nelle liste delle vaie intelligence come autentici terroristi”. Quindi sono due i fronti da tenere sotto controllo, ci ha detto ancora Piazza: “Quello degli islamisti radicalizzati da sempre in Europa, e quello dei migranti, soprattutto provenienti dalla rotta balcanica”.

L’arresto di due terroristi in Francia deve farci temere un Natale a rischio attentati?

Quelli avvenuti in Francia sono fermi di routine: le operazioni contro le cellule salafite che operano in Europa e soprattutto in Francia sono all’ordine del giorno. Il fatto che ci sia di mezzo il Natale non ci deve colpire più di tanto, certamente è un periodo nel quale la gente si muove di più e quindi è chiaro che ci sono le occasioni per colpire.



Cosa sappiamo in particolare di questi due arresti? Uno dei due ha confessato, l’altro nega.

Purtroppo sappiamo che uno dei due era già stato arrestato come aderente allo Stato islamico, condannato e poi scarcerato nel 2019.

Come mai liberato?

Era stato stipulato un accordo tra le parti in cui lui accettava di lavorare e di sottoporsi a una terapia di de-radicalizzazione. L’aveva anche frequentata, mostrando un certo interesse, ma in realtà ha simulato, ingannando tutti, un po’ come la persona che si è fatta esplodere nel taxi in Inghilterra. Il pericolo quindi è rappresentato da una serie di personaggi usciti dalle carceri, chi per fine pena e chi per buona condotta, che adesso sono di nuovo liberi di colpire. Questo soggetto era collegato a un’altra persona, quindi il pericolo c’è sempre, Natale o no.

Recentemente il presidente della Bielorussia ha detto che non è colpa sua se tra i migranti ammassati al confine con la Polonia possono infiltrarsi anche dei terroristi. È una minaccia propagandistica o reale? Dobbiamo temere di più gli islamisti che vivono da sempre in Europa o quelli che possono arrivare sfruttando i flussi migratori?

È un rischio reale quello minacciato da Lukashenko. Nei flussi di migranti si nascondono dei terroristi da sempre, lo dice la storia. Alcuni di quelli che colpirono al Bataclan erano arrivati con la rotta dei migranti e così tanti altri con i barconi o attraverso la rotta balcanica. Attenzione, però, perché oggi viviamo un nuovo rischio. In Europa sono arrivati molti afghani, persone – secondo quanto dicono i report dei servizi di intelligence – che non avrebbero dovuto o potuto lasciare il paese, perché risultavano nelle liste del terrorismo. Eppure sono arrivati in Europa. Non solo: qualche settimana fa i servizi segreti iracheni hanno reso noto che tra i profughi che vivono in Germania molti hanno un passato da combattenti nello Stato islamico. E questo è un problema serio.

Profughi afghani sono arrivati anche in Italia. Che rischi corriamo?

L’Italia ha gli stessi problemi degli altri paesi, corriamo gli stessi rischi e ne correremo ancora di più a maggio, quando prenderemo il comando della missione Nato in Iraq. È possibile che qualcuno decida di vendicarsi, sarà un momento particolarmente rischioso.

(Paolo Vites)

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI