Il rispetto da parte dei cittadini delle misure restrittive e della quarantena imposta dall’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha avuto diverse conseguenze. Se da una parte si è registrato un calo della criminalità, dall’altro sono aumentate le violenze tra le mura domestiche. L’attività criminale sembra essere in aumento anche online. Proprio durante la quarantena, molte persone si sono avvicinate sempre di più ai servizi online, non solo in ambito lavorativo ma anche per l’intrattenimento e lo shopping diventando al tempo stesso bersaglio di malintenzionati online. La presenza di hacker sui siti web è ormai una costante. Un hacker agisce intrufolandosi in un server su cui è ospitato un sito web modificandone immagini e contenuti. L’atto di deturpazione di un sito web non richiede all’hacker particolari competenze e per molti questo tipo di criminalità online rappresenta una sorta di “trampolino di lancio” per passare poi a forme di hacking più sofisticate e guadagnarsi credibilità tra i “colleghi” criminali del web. Ovviamente queste pratiche, come spiega il sito The Conversation, hanno delle conseguenze anche molto negative in quanto contribuiscono a far perdere credibilità al proprietario del sito web sotto attacco e, di conseguenza, entrate.
HACKER E CYBER CRIME IN AUMENTO DURANTE CORONAVIRUS
Durante l’emergenza Coronavirus, molti commercianti sono passati dal tradizionale metodo di vendita a quello online diventando possibili vittime di criminalità informatica. Secondo i dati emersi da una recente analisi riportata sul sito di informazione sugli hacker, Zone-h, è emerso che in media gli attacchi hacker solo nel mese di aprile 2020 sono stati superiori del 50% rispetto al numero medio giornaliero del medesimo periodo dello scorso anno. Ed il volume degli attacchi segnalati a metà maggio ha già superato l’intero volume relativo a maggio 2019. Questo costante aumento ha iniziato a farsi notare dalla fine di marzo portando così a fare un ragionamento ancora più concreto sulle conseguenze del lockdown. Ma quali sono le vittime “preferite” di questi attacchi? E’ emerso che siti di grandi aziende o governativi sono meno a rischio mentre sembra che proprio i siti web di piccole imprese, club sociali e privati siano presi di mira in maniera particolare dagli hacker che tendono ad attaccare soprattutto siti considerati più vulnerabili dal momento che molti di loro sono, come detto già, alle prime armi e senza ancora le competenze per puntare ad obiettivi di alto profilo.
Dalle analisi è emerso dunque che il Covi-19 ha portato ad un incremento dell’attività degli hacker con un numero medio di segnalazioni giornaliere di 3,41 (ad aprile sono state 6,31 al giorno con un aumento del 77%). Questi datti servono soprattutto a mettere in guardia piccoli imprenditori e privati che dovrebbero correre ai ripari tenendo sempre aggiornati i propri siti e usando il protocollo internet sicuro (HTTPS) e strumenti di sicurezza ad hoc. Fortunatamente i visitatori dei siti sotto attacco hacker non sono generalmente a rischio.