Uno spaccato assai utile delle minacce informatiche che hanno interessato il cyberspazio si può cogliere dall’ultimo rapporto della Polizia Postale e delle Comunicazioni e dei Centri operativi sicurezza cibernetica (dati al 27 dicembre 2022). L’istantanea che si può desumere da esso è relativa soprattutto ad alcune tematiche quali la pedopornografia online, l’adescamento in rete, il cyberbullismo, la sextortion, il cybercrime finanziario, le minacce eversivo-terroristiche, così come gli attacchi portati alle infrastrutture critiche di rilevanza nazionale.
Il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (CNCPO) ha confermato il suo ruolo di punto di riferimento e di coordinamento nazionale dei Centri operativi sicurezza cibernetica (COSC) della Polizia Postale nella lotta alla pedofilia e pornografia minorile in rete. Nell’anno appena trascorso è avvenuta una lieve diminuzione dei casi anche in riferimento al numero delle segnalazioni provenienti da organismi internazionali attivi nella protezione dei minori in rete. A questo riguardo, le forze di polizia si sono concentrate nel reprimere episodi di particolare gravità, con l’effetto rilevabile di evidenziare un maggior numero di individui sottoposti a pene detentive.
Va messa in rilievo, dunque, una riduzione della circolazione globale di materiale pedopornografico a fronte di un incremento dei soggetti individuati e deferiti per violazioni connesse ad abusi in danno di minori. In dettaglio, il CNCPO si è occupato di 4.542 casi, i quali hanno consentito di indagare 1.463 soggetti, di cui 149 tratti in arresto (+8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Oltre a ciò, il Centro della Polizia Postale ha svolto un’attività di prevenzione mediante una costante attività di monitoraggio della rete, la quale ha portato alla visione di 25.696 siti sui quali erano stati postati dei contenuti pedopornografici, di cui 2.622 inseriti in black list e oscurati (+3%, rispetto ai 2.543 siti dell’anno precedente).
Per quel che concerne l’adescamento online il rapporto fa riferimento a 424 casi nei quali la fascia di età più coinvolta in interazioni sessuali è quella dei preadolescenti (10-13 anni) con un numero di 229 casi rispetto al totale. È da evidenziare il costante incremento di bambini adescati di età inferiore ai 9 anni. Si tratta di una tendenza che è anche da collegare alla crisi pandemica, quando il tempo passato dai minori sulle piattaforme di social network e di gaming è stato indubbiamente maggiore e ha moltiplicato le occasioni di interazione tra di loro e gli adescatori.
Riguardo al cyberbullismo, l’andamento complessivo è di riduzione dei casi e ciò può essere ricondotto a molteplici fattori tra i quali una sorta di normalizzazione delle abitudini digitali degli adolescenti, oppure, in alternativa, una maggiore consapevolezza del fenomeno da parte di tutto l’ecosistema educativo, sia da parte degli insegnanti, degli educatori a vario titolo, delle famiglie e degli stessi studenti, anche seguito delle numerose campagne che vengono oramai svolte a tutti i livelli, in primis dalla stessa Polizia Postale. E ancora, tale diminuzione può essere dovuta al ritorno a una socialità tradizionale in cui il tempo passato sulle piattaforme online è stato drasticamente ridotto a favore di attività ludico-ricreative svolte in presenza. Dei 323 casi segnalati nel documento, rispetto ai 458 dell’anno precedente, 17 hanno riguardato vittime nella fascia di età 0-9 anni, 87 in quella 10-13 anni e 219 in quella 14-17 anni. In controtendenza, invece, i casi di minori denunciati: essi sono aumentati dai 117 dell’anno precedente ai 128 del 2022.
Il fenomeno della sextortion di cui non si forniscono dati quantitativi nel rapporto se non il numero totale di casi (130) sta interessando, nondimeno, sempre più spesso vittime minorenni, la maggior parte delle quali nella fascia 14-17 anni, più spesso in danno di vittime maschili.
Per quel che riguarda le infrastrutture critiche, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (CNAIPIC) ha rilevato 12.947 attacchi da parte di attori malevoli con un forte incremento rispetto all’anno precedente (5.434) facendo registrare un +138%. Le persone indagate sono state 332 (+78%) mentre è stata effettuata una corposa attività di info sharing mediante la condivisione degli indicatori di compromissione (IoC) alle infrastrutture informatiche dicasteriali, alle infrastrutture critiche nazionali e ad altri potenziali target. Tale attività si è sostanziata in 113.226 alert inviati alle strutture anzidette.
Anche l’attività di contrasto alle truffe online, svolta sempre dal CNAIPIC, è stata piuttosto voluminosa con 15.508 casi trattati (+3%) e 3.541 persone indagate (+4%). Sul fronte delle somme in denaro recuperate esse ammontano a 115.457.921 euro (+58%).
Un altro aspetto della criminalità informatica è quella che riguarda il trading online (3.020 i casi trattati, 130 le persone indagate) e, anche in questo caso, si deve segnalare l’incremento del numero di siti web che propongono programmi speculativi, apparentemente redditizi, e l’utilizzo di tecniche molto sofisticate per contattare e manipolare le ignare vittime. Se queste ultime sono in grado di effettuare una denuncia tempestiva vi sono buone possibilità di bloccare le somme versate, mediante l’attivazione dei canali di cooperazione internazionale e l’espletamento di accertamenti sui flussi finanziari normalmente destinati all’estero. In questo senso, la Polizia Postale ha attivato 260 richieste di cooperazione internazionale attraverso il canale Europol.
Da evidenziare anche i fenomeni del revenge porn (244 casi trattati di cui 34 in danno di minori e 71 persone denunciate) e delle “truffe romantiche” (442 casi trattati di cui 4 in danno di minori e 103 persone denunciate).
Non è possibile dar conto qui di altre iniziative che vengono dettagliate nel rapporto quali quelle relative al cyberterrorismo, al financial cybercrime, alla vendita online di prodotti contraffatti, ai giochi e scommesse clandestine, al contrasto del fenomeno dell’hate speech, ecc. per ragioni di spazio. Basti qui solo mettere in evidenza che da parte della Polizia Postale viene attuato un monitoraggio ad ampio spettro delle principali piattaforme di social network così come del dark web, ai fini del contrasto delle attività illecite online, anche attivando canali di diretta interlocuzione con gli omologhi centri a livello comunitario e internazionale quali Europol, Interpol e FBI.
In conclusione, non si può non rilevare come la continua diffusione del cyberspazio, anche a seguito della crisi pandemica e del conseguente processo di digitalizzazione, non sia immune da una proliferazione costante di minacce le quali avvengono in molteplici forme e mettono sempre più in pericolo anche una fascia di utenti composta da adolescenti e da fasce di età ancora più giovani. Ciò costituisce un aspetto a cui prestare la massima attenzione in quanto, come è dato leggere dalle statistiche riportate nel seguente rapporto, esse sono in costante aumento.
Nonostante la meritoria attività di contrasto e di formazione alla consapevolezza di questi fenomeni (cyber awareness), a opera della Polizia Postale ma anche da parte di altre associazioni no profit, riguardanti attività criminose quali la pedopornografia online, l’adescamento in rete, il cyberbullismo, la sextortion, per citare i maggiori, il lavoro da fare è ancora molto. A questo riguardo, si rende necessaria una diffusa alfabetizzazione digitale delle nuove generazioni rispetto ai rischi e alle molteplici minacce informatiche che l’utilizzo inconsapevole delle nuove tecnologie arreca inevitabilmente con sé, anche in contesti apparentemente ludico-ricreativi quali le piattaforme di intrattenimento e di gaming.
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