“L’attacco a Beirut non causerà un’escalation”
Cliff Kupchan, presidente di Eurasia Group, nonché ex funzionario del dipartimento di Stato ed esperto di Russia e Iran, ha parlato dei futuri sviluppi della guerra a Gaza, soprattutto dopo l’attacco con i droni esplosivi a Beirut. Un colpo ordito dalle forze armate di Israele e che ha provocato la morte del numero due di Hamas, oltre che di altre 5 persone rimaste collateralmente coinvolte.
Secondo alcuni commentatori, l’attacco a Beirut potrebbe essere il primo passo per un’escalation che trascinerà il Libano ed Hezbollah nel conflitto, non condivisa da Kupchan. “I segnali degli ultimi giorni”, spiega al Corriere della Sera, “erano di prudenza tanto sul fronte iraniano quanto su quello americano. Tensione sempre alta, volontà di mostrare la propria deterrenza, ma senza arrivare ad una guerra”. In merito all’accaduto a Beirut, Kupchan sottolinea che “non credo che l’eliminazione di una capo di Hamas cambierà questo quadro”. In tutto il Medio Oriente, infatti, “sanno che Israele farà di tutto per eliminare i suoi capi ovunque si trovino“, differentemente, invece, “è stata molto più grave l’uccisione di un membro delle Guardie della rivoluzione iraniana”, sempre per mano di Israele, ma che non ha provocato alcuna escalation.
Kupchan: “Biden perde sempre più consensi per l’appoggio ad Israele”
Oltre a Beirut, Kupchan non vede neppure negli attacchi degli Houthi una possibile strada per allargare il conflitto, soprattutto perché “l’Iran vuole mantenere alta la tensione, ma non ha intenzione di scatenare un conflitto ad ampio raggio dal quale avrebbe tutto da perdere“. Sono, infatti, in corso in queste ore “incontri tra emissari del regime degli ayatollah e i ribelli Houthi” nel quale, secondo lui, Teheran chiederà ai ribelli “di agire con più prudenza”.
Nella sua analisi, inoltre, Kupchan ha dedicato anche una breve riflessione al ruolo degli USA nel conflitto, anche dopo l’attacco a Beirut. Il solo sostegno ad Israele, spiega, “ha creato enormi difficoltà politiche interne e internazionali a Joe Biden. All’interno gli fa perdere il consenso di alcune minoranze”, soprattutto i giovani under 35 che “sono in gran parte contrari al sostegno dell’azione militare”. Biden, in questo complicato contesto, spiega Kupchan, “rischia di pagare un prezzo elevato in termini di astensioni al voto“, mentre anche il Sud globale “di allontana sempre più dalla politica estera americana”.