Nella giornata di sabato 24 agosto la piccola cittadina di Barsalogho – a nord della capitale del Burkina Faso Kaya – è stata soggetto di un feroce attacco jihadista che ha causato la morte di centinaia e centinaia di cittadini e soldati: si tratta del peggior attacco mai registrato (almeno nella storia recente) nella regione del Sahel con un conteggio delle vittime che continua a salire e una città che è caduta in mano ad una delle più potenti cellule terroristiche locali, strettamente collegata al movimento di Al Qaeda già protagonista – si ricorderà – di attentatati tristemente famosi come quello alle Torri Gemelle newyorchesi o alla sede parigina di Charlie Hebdo.



A collegate il movimento un tempo guidato dal tristemente famoso (o meglio, famigerato) Osama bin Laden a quanto accaduto nella città in Burkina Faso sarebbero stati i suoi stessi esponenti che il giorno successivo – ovvero domenica 25 – hanno rivendicato l’attacco sottolineando di essere riusciti ad ottenere il “controllo totale di una postazione militare” anche nelle poco distante (una 30ina di km) Kaya.



L’area del Burkina Faso d’altronde – come la maggior parte della regione del Sahel che si estende da Senegal e Mauritania fino ad Eritrea e Sudan, rappresentando un po’ la cintura centrale del continente africano – da tempo è al centro di una violentissima guerra civile che vede coinvolti l’esercito locale (nel 2022 salito al potere deponendo l’allora presidente Paul-Henri Sandaogo Damiba, già protagonista di un golpe pochi mesi prima) e le numerose cellule vicine al terrorismo jihadista.

Burkina Faso: più di cento miliziani di Al Qaeda attaccano la città di Barsalogho

Tornando a Barsalogho, buona parte delle notizie che ci arrivano sono state raccolte dall’associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre che oltre a citare un bilancio di più di 150 vittime (che secondo alcuni media sarebbero in realtà un centinaio, e secondo altri più di 200) riporta che nell’attacco da parte di Al Qaeda sono rimasti coinvolti anche 22 cristiani, numerosi bambini, alcuni donne e diversi anziani; ma è importante sottolineare che il reale numero di vittime e feriti rimane tutt’ora difficile da ricostruire nel dettaglio, anche – se non soprattutto – per via della permanenza nell’area dei miliziani jihadisti.



Dalle ricostruzioni rese dai locali, parrebbe che nel momento dell’attacco alcuni cittadini erano stati coinvolti dall’esercito del Burkina Faso negli scavi di una trincea di protezione, quando un centinaio abbondante di jihadisti sono apparsi sulle loro moto aprendo immediatamente il fuoco: ne è scaturita una vera e propria guerriglia durata diverse ore, fino a quando i miliziani non hanno sfondato il cordone di protezione e hanno ‘conquistato’ la città dando il via anche alla carneficina di civili.

Distrutto dal dolore il vescovo della diocesi di Kaya – monsignor Théophile Nare – che in una note condivisa dall’associazione ha definito il violentissimo attacco da parte di Al Qaeda “una tragedia di proporzioni senza precedenti” ed invitando i fedeli a tre giornate di preghiera e raccoglimento per “riparare” ai danni causati dai jihadisti; ha anche indetto per la giornata di mercoledì 28 agosto il lutto cittadino.