Un attacco hacker è stato sferrato ai server dell’Agenzia di sanità (Ars) della Regione Toscana, provocando la distruzione di numerosi dati epidemiologico-statistici, anche se i tecnici sono già al lavoro per il loro recupero da back-up, dove erano stati salvati. Ne danno notizia alcune fonti interne al palazzo regionale, che spiegano inoltre come nessun dato sia stato rubato e come l’agguato informatico non abbia avuto in alcun modo a che vedere con dati sensibili sanitari personali, in quanto l’Ars non li tratta nelle sue attività di studio.
L’episodio potrebbe risalire a martedì 17 agosto (si stima sia avvenuto all’incirca 48 ore fa, ndr) e, giocoforza, ha provocato un rallentamento, tuttora tangibile, dell’operato quotidiano dei dipendenti dell’Ars. Il fatto è stato oggetto di denuncia alla polizia postale. Si tratta del secondo attacco hacker di questa folle estate 2021, dopo quello ai danni della Regione Lazio, vittima nelle scorse settimane di un’offensiva criminosa, probabilmente “la più grave mai avvenuta sul nostro territorio nazionale”, aveva dichiarato il presidente regionale, Nicola Zingaretti.
ATTACCO HACKER AL PORTALE DELLA SANITÀ TOSCANA: GIANI LO TEMEVA
I pericoli connessi alle offensive dei cyber-criminali sono ben noti a tutti i governatori regionali e, in tal senso, anche quello della Toscana, Eugenio Giani, non fa eccezione. Anzi: dopo quanto accaduto nel Lazio, si era detto preoccupato e timoroso del fatto che una situazione analoga potesse concretizzarsi anche sui server toscani. “Ad oggi noi abbiamo investito molto sulla sicurezza, però quello che è avvenuto in Lazio mi preoccupa – aveva asserito a suo tempo sulle colonne de ‘La Nazione’ –. Ormai c’è una impostazione seriale, lo abbiamo visto anche negli Stati Uniti. Quindi faremo di tutto per implementare questa sicurezza. Siamo chiaramente in allerta e investiremo per garantire la massima sicurezza”.
Parole, che, lette oggi, suonano come un infausto presagio: “Il portale oggi è uno strumento essenziale – aveva aggiunto –. Le prenotazioni sono fatte mediante quest’ultimo. Come avremmo potuto da gennaio ad oggi, in poco più di sei mesi, fare 4,1 milioni dosi di vaccino senza la rete informatica? Ecco perché è importante mettersi in sicurezza rispetto a coloro che con mente malata e volontà di profittarne vogliono alterare quello che è il bene più prezioso, ovvero la programmazione di misure che sono a tutela della salute dei cittadini cioè la vaccinazione”.