Dopo l’attacco hacker alla Regione Lazio, secondo Umberto Rapetto, già generale della Guardia di Finanza ed esperto di sicurezza cibernetica, c’è il rischio di nuovi attacchi perché “l’Italia è la maglia nera e ciò che è accaduto può avvenire in altri contesti”. Ad Agorà Estate, in onda su Rai Tre, Rapetto ha detto che “c’è solo da constatare la gravità di quanto accaduto alla Regione Lazio e va preso atto di una mancanza di preparazione contro fenomeni che sono diffusi, perché gli attacchi con i ransomware alle pubbliche amministrazioni sono prevedibili”.
“Si parla tanto di cybersecurity – ha aggiunto – ma lo stesso ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao ha detto che siamo molto indietro con la digitalizzazione e che il 95 per cento dei server della pubblica amministrazione non sono in grado di difendersi in caso di attacchi. Va fatto un’esame di coscienza. Si tratta di aggressioni mirate, non c’entrano industria farmaceutica o no vax”
Attacco hacker Regione Lazio, Zingaretti: “Uno dei più grossi attacchi della storia”
Oltre a Rapetto, dopo l’attacco hacker alla Regione Lazio che ha bloccato il sistema informatico con l’obiettivo probabile di rubare dati e chiedere un riscatto, è intervenuto nella stessa trasmissione il presidente del Lazio Nicola Zingaretti: “E’ uno dei più grossi attacchi della storia. La campagna vaccinale comunque non è bloccata, ma presto riattiveremo le prenotazioni”.
“Stiamo lavorando giorno e notte – ha detto Zingaretti -. Il virus ha criptato i dati, anche se nessun dato sensibile è stato trafugato. Ora vanno trasferiti in altre piattaforme. Non sappiamo ancora dire da dove sia partito l’attacco. Al momento non è stata avanzata nessuna richiesta di riscatto. E’ solo un’ipotesi. Emerge che l’Italia deve correre sulla cybersecurity”.