L’AVVERTIMENTO DELL’IRAN SULLA RISPOSTA DI ISRAELE: PARLA IL MINISTRO DI TEHERAN

Se Israele dovesse rispondere nelle prossime settimane all’attacco missilistico lanciato dall’Iran, il Paese degli ayatollah fa sapere che l’attenderebbe una durissima reazione: «l’attacco limitato dell’Iran contro Israele di sabato sera mirava ad avvertire, scoraggiare e punire il regime sionista. Ma se Israele intraprenderà una nuova azione contro l’Iran, dovrà sicuramente affrontare una risposta molto forte». Così il Ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian durante un colloquio telefonico avvenuto oggi con l’omologo russo Sergei Lavrov: il portavoce del Ministro iraniano, Nasser Kanani, ha spiegato invece all’agenzia Iran di come le forze armate di Teheran hanno agito in «modo responsabile, professionale e logico e hanno colpito solo obiettivi militari di Israele: i nostri attacchi aerei contro Israele si basavano sul capitolo delle Nazioni Unite».



La versione insomma non cambia per l’Iran, l’attacco è stato lanciato ma viene considerato «necessario, legittimo e proporzionato al recente attacco israeliano al nostro consolato in Siria». Teheran infine si attende che Usa, Ue e tutti gli Stati arabi sostengano e approvino «l’azione dell’Iran contro le mosse provocatorie e illegali di Israele». Da Tel Aviv intanto giungono due notizie che a loro modo servono a “diminuire”, per quanto possibile, la tensione di una guerra su ampia scala in tutto il Medio Oriente: in primo luogo, la CNN riporta di fonti israeliane in merito alla decisione di rinviare «l’offensiva militare nella città di Rafah, nel sud di Gaza, dopo l’attacco missilistico iraniano». Altre fonti – questa volta della tv “Canale 12” – riportano invece delle mosse spiegate dal Gabinetto di guerra tenutosi oggi: «ci sarà una risposta all’Iran ma senza scatenare una guerra regionale». Secondo la medesima fonte, il tema è riuscire a trovare una soluzione che sia effettiva contro Teheran ma che non sia bloccabile dagli Stati Uniti, i quali hanno già escluso qualsiasi tipo di escalation nel M.O.



AYATOLLAH IRAN MINACCIA ISRAELE: “GERUSALEMME SARÀ DEI MUSULMANI”

L’attacco notturno dell’Iran contro Israele tra il 13 e il 14 aprile 2024 difficilmente rimarrà “isolato”: due giorni dopo l’evento che rischia di trascinare la guerra nella Striscia di Gaza in una vera e propria escalation di tutto il Medio Oriente, la guerra fra i due nemici storici si è spostata a livello diplomatico presso le Nazioni Unite. Durante l’ultimo Consiglio di Sicurezza ONU convocato d’urgenza dopo il lancio di droni e missili contro Israele, l’Iran ha difeso la sua posizione sottolineando come la risposta all’attentato contro la base diplomatica iraniana a Damasco sia «legittima difesa», ribadendo che per Teheran l’attacco è concluso a meno che lo Stato ebraico (o gli alleati occidentali) non causino «altri incidenti».



A muovere però le acque alzando ulteriormente il livello della tensione ci ha pensato appena prima del Consiglio ONU l’Ayatollah Ali Khamenei con un lungo discorso rilanciato anche sui social. Dopo che Teheran ha considerato l’attacco una “rappresaglia” in risposta all’attentato israeliano in Siria, la suprema guida islamista si è lanciato in una minaccia da non sottovalutare: «Gerusalemme sarà nelle mani dei musulmani e il mondo musulmano celebrerà la liberazione della Palestina». Le dichiarazioni Khamenei di fatto “stridono” con quanto il Governo dell’Iran ripete in queste ore, ovvero che l’attacco contro Israele sia stata solo una “risposta” alle minacce sioniste: non solo, le alte sfere militari in unità con i Pasdaran dell’Ayatollah hanno dichiarato che preso le basi dell’esercito Usa saranno prese di mira con raid intensi qualora l’America «fornirà nuovo supporto all’alleato ebraico».

LA GUERRA IRAN-ISRAELE ALL’ONU: LE POSIZIONI DOPO L’ATTACCO DEL 13 APRILE

E così lo scontro in Consiglio di Sicurezza ONU, dopo le parole incendiarie di Khamenei, è stato sostanzialmente “scontato”: «Il regime islamico di oggi non è diverso dal terzo reich e l’Ayatollah non è diverso da Adolf Hitler», sottolinea durante il suo intervento alle Nazioni Unite Gilad Erdan, rappresentante di Israele, «Dobbiamo condannare con fermezza l’Iran, e infliggergli delle sanzioni: va fermato ora non per il bene di Israele, non per quello della Regione ma per il mondo intero».

La richiesta di Tel Aviv è che il mondo possa unirsi contro l’Iran per fermare la minaccia nucleare e il tentativo di eliminare Israele dalla faccia della terra (minacce ripetute da decenni ormai dalle autorità politiche e religiose di Teheran): «dobbiamo batterci e la sola opzione possibile è utilizzare tutti i mezzi che abbiamo perché paghino per questi crimini e reati orribili il giusto prezzo». Non solo, per l’ambasciatore israeliano l’Iran da anni viola costantemente la Carta dei valori ONU, «il primo sponsor del terrorismo e oggi ha gettato la maschera» avendo sostenuto Hamas, Hezbollah e Houthi anche solo in questi ultimi mesi di guerra in Medio Oriente.

La posizione dell’Iran è ovviamente all’opposto, come ha mostrato nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza Amir-Saeid Iravani, rappresentante dell’Iran: «Israele deve rispondere delle sue azioni, dei crimini e delle atrocità commesse. Il Consiglio di sicurezza deve agire tempestivamente. Qui non c’e nessuna guerra per procura e noi non vogliamo un’escalation del conflitto». Parole che, ripetiamo, “cozzano” di molto con le dichiarazioni dell’Ayatollah: al netto di ciò, l’ambasciatore dell’Iran parla di «autodifesa» per giustificare l’attacco della scorsa notte, aggiungendo «Questa azione è stata necessaria, moderata, proporzionale, con soli bersagli militari e portata avanti attentamente per minimizzare il potenziale di escalation e per evitare di nuocere ai civili».

USA E G7 CONTRO L’IRAN MA TEMENDO LA REAZIONE DI ISRAELE: GLI SCENARI

Passata la paura di una terza guerra mondiale “improvvisa” per come poteva sembrare lo scenario bellico durante l’invio di droni e missili contro Israele, resta ora da capire cosa avverrà nelle prossime settimane: soprattutto, che tipo di risposta il Governo Netanyahu deciderà di intraprendere contro il regime iraniano. Perché sì, una risposta arriverà ha garantito ancora ieri l’esercito di Israele: «esigeremo un prezzo nel modo e nel momento che ci conviene» sono le parole del Ministro Benny Gantz dopo il Gabinetto di guerra riunitosi ieri a Tel Aviv. Il Presidente di Israele Herzog ha fatto intendere che non vi sarà un conflitto effettivo come quello combattuto contro Hamas a Gaza, ma di guerra comunque si tratta: «Questa è come una vera guerra, è una dichiarazione di guerra», ha detto il Presidente nell’intervista domenicale di Sky News. All’ONU poi l’ambasciatore israeliano ha ribadito che non vi sarà una comunicazione sulle modalità, ma di sicuro «fermeremo l’Iran».

Dalla Casa Bianca intanto il Presidente Usa Joe Biden segue l’evolversi degli scenari con la forte preoccupazione per una escalation regionale di tutto il Medio Oriente: «Netanyahu sa bene che il presidente Biden non cerca un conflitto con l’Iran, che il presidente non vuole che le tensioni salgano ulteriormente e che il presidente sta facendo di tutto, e lo sta facendo dal 7 ottobre, per evitare che questa divenga una guerra regionale più ampia», ha detto ieri sera il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby in un’intervista a Fox News. Poche ore prima la Premier italiana Giorgia Meloni ha convocato d’urgenza in videoconferenza la riunione dei leader G7, dichiarando al termine come i 7 “grandi” del mondo «sottolineano l’esigenza di evitare un’ulteriore escalation, invitando le parti ad astenersi da azioni volte ad acuire la tensione nella Regione». Per questo motivo il G7 rivolge un nuovo appello a Israele e Hamas per la fine della guerra nella Striscia di Gaza, con il contemporaneo rilascio degli ostaggi israeliani rapiti dallo scorso 7 ottobre 2023: resta però ferma la netta condanna all’Iran per l’attacco «senza precedenti» dell’Iran «contro Israele, In questo spirito, noi domandiamo all’Iran ed ai suoi gruppi affiliati di cessare i loro attacchi e stiamo pronti ad adottare ulteriori misure ora ed in risposta di altre iniziative destabilizzanti», conclude il comunicato di Palazzo Chigi.

Secondo infine il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, quanto avvenuto sabato rischia di portare il Medio Oriente e l’intero mondo internazionale «sull’orlo del baratro»: aprendo il Consiglio di Sicurezza ONU ieri sera, il segretario ha poi aggiunto «Condanno con forza l’escalation rappresentata dall’attacco su larga scala sferrato dall’Iran e chiedo l’immediata cessazione delle ostilità. L’attacco sferrato dall’Iran contro Israele ha violato il diritto internazionale».