I fatti risalgono al 2 novembre 2020. Vienna fu vittima di un attacco terroristico con una serie di sparatorie avvenute in diversi punti del centro storico. L’attacco è stato definito il più grave verificatosi nel paese dal 1985, con 5 vittime (attentatore incluso) e 23 feriti. Dopo quel novembre sono cominciate le indagini sulle identità dei terroristi e sugli aiutanti, tra conferme e smentite. L’Isis si rivendicò autore, ma nel frattempo ciò che emerse furono gli sbagli dei servizi segreti austriaci nel periodo precedente all’attacco.



Oggi, dopo quasi tre anni, per colui che era stato individuato come fornitore di armi da fuoco ai terroristi, Marsel O., 31 anni, sloveno, arriva la condanna da parte della Corte Penale di Vienna. Una condanna mite rispetto alla gravità del fatto, e non ancora definitiva, che al momento prevede la reclusione condizionale di 9 mesi. In realtà Marsel aveva trasportato anche un fucile d’assalto utilizzato nel terrore di Vienna in Austria nel giugno 2020 e oltre alla pistola utilizzata anche nel settembre 2020. A seguito di un errore giudiziario, tuttavia, potè essere perseguito solo per la consegna di pistole.



Attacco Vienna: perchè fu interrotto il procedimento per la fornitura anche del fucile d’assalto?

L’indagine sulla fornitura anche del fucile d’assalto era iniziata ma il procedimento ad un certo punto si arrestò. I sospetti sembrarono essere troppo deboli, e così lo sloveno non fu ritenuto responsabile per la consegna del fucile o per aver violato la legge sul materiale bellico a questo proposito.

Rimase quindi solo il capo d’imputazione riferito alla pistola, ottenuta illegalmente in un poligono da tiro in Slovenia, per un costo di 2000 euro. Colui che ha preso in consegna la pistola Tokarev a Vienna, il ceceno Adam M., l’ha consegnata al successivo assassino. M. è stato condannato all’ergastolo nel febbraio di quest’anno, insieme anche ad altri tre aiutanti terroristi. Il verdetto non è però ancora definitivo. Nel frattempo Marsel si è dichiarato pentito, continuando comunque a negare di sapere che l’arma fosse destinata ad un attacco terroristico, nonostante le dichiarazioni del ceceno.