Sono tante, purtroppo tutte drammatiche, le immagini dell’11 settembre rimaste impresse nella mente. Fra le diverse ve ne è però una che ha lasciato il segno ed è quella che è stata in seguito ribattezza “The Falling Man”, l’uomo che cade. Quel giorno venne immortalato quello che poi venne riconosciuto come Richard Drew, cameriere di un ristorante dell’ultimo piano di una delle due Torri, che decise come gesto disperato di gettarsi nel vuoto pur di scampare alle fiamme che stavano divampando. Venne immortalato dall’agenzia Associated Press, e il giorno dopo quello scatto apparve sui giornali di tutto il mondo. Come Richard ci sono stati purtroppo molti altri Falling Man quel giorno, e quelle immagini scioccarono il mondo intero, non soltanto chi era a casa dietro alla tv, ma anche le persone in strada, costrette a sentire una serie di tonfi in rapida successione, quelli dei corpi che si gettavano disperati dai piani alti delle torri. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ATTENTATI DELL’11 SETTEMBRE 2001 ALLE TORRI GEMELLE, VIDEO: BOOM DI TUMORI E LEUCEMIE

Ricorre quest’oggi l’anniversario numero 19 degli attentati terroristici alle Torri Gemelle di New York, risalenti appunto all’11 settembre 2001. Sulle colonne del quotidiano “La Repubblica”, il medico del lavoro Roberto Lucchini ha sottolineato come gli effetti di quel dramma si riflettano ancora con veemenza sul presente: “Quasi vent’anni dopo, l’11 settembre continua a fare vittime. Il crollo delle Torri Gemelle sollevò per lunghissimo tempo delle polveri tossiche con tanti elementi, fu un mix più complesso di Seveso (diossina), di Bhopal (cloruro di metile) e di Cernobyl o Fukushima (radiazioni). Mezzo milione di abitanti del quartiere, più settanta-ottantamila tra soccorritori e operai edili furono costretti a ingerire quelle polveri, nell’intervento d’emergenza e poi nei lavori successivi”. Non solo: “I danni continuano a rivelarsi a scoppio ritardato. Patologie polmonari, tumori, leucemia, più lo stress post traumatico che può contribuire a suicidi e demenza senile. All’ospedale Mount Sinai seguiamo e curiamo cinquantamila pazienti, e il numero continua a crescere. Di recente sono usciti dati inquietanti: proprio tra i reduci dell’esposizione alle Torri Gemelle, il contagio di Coronavirus è alto”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



ATTENTATI DELL’11 SETTEMBRE 2001 ALLE TORRI GEMELLE: 19 ANNI FA IL MONDO SI FERMÒ

Oggi, 11 settembre 2020, ricorre il 19esimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, noto anche come World Trade Center. Durante la mattina newyorkese di quasi due decadi fa, quando in Italia erano circa le 2 e trenta di pomeriggio, diciannove terroristi di Al-Qaeda presero possesso di quattro aerei di linea, facendone schiantare due sui due grattaceli di New York, causandone poi il crollo a causa dell’incendio che si sviluppò, dovuto all’enorme carico di carburante presente nei due velivoli. Sempre durante quel giorno, un aereo venne fatto schiantare sul Pentagono, mentre un altro venne dirottato dai passeggeri, e finì nelle campagne senza causare danni ad altri edifici, ma provocando comunque la morte di tutte le persone a bordo. Viene considerato l’attentato terroristico più grave di sempre, in quanto morirono quasi 3 mila persone, fra coloro che rimasero intrappolati nelle due Torri, ma anche vigili del fuoco, poliziotti, il personale presente al Pentagono, e appunto tutti i passeggeri e i piloti ssui quattro aerei dirottati.



ATTENTATI DELL’11 SETTEMBRE 2001: IL CROLLO DEI MERCATI E LA DICHIARAZIONE DI GUERRA ALL’AFGHANISTAN

Quel giorno di 19 anni fa il mondo si fermò, e quasi ognuno di noi ricorda esattamente cosa stava facendo in quegli istanti, quando tutte le televisioni iniziarono a mandare le immagini da New York, con il fumo che usciva copioso dalla prima Torre. Un giorno in cui il mondo si congelò, fra chi rimase davanti allo schermo praticamente per tutto il giorno, e chi invece, come i cittadini della Grande Mela, restò con il naso all’insù per diverse ore. Fu un evento che creò un impatto drammatico sull’economia non soltanto americana ma mondiale, in quanto i mercati crollarono e le compagnie aeree subirono ingenti perdite per la paura di nuovi attentati. La reazione degli Stati Uniti non si fece attendere e poche settimane dopo l’attentato, George Bush, il presidente in carica all’epoca, dichiarò guerra all’Afghanistan ed in particolare a Osama Bin Laden, la mente dietro gli attacchi dell’11 settembre. Ma per stanare il leader di Al-Qaeda ci vollero ben 10 anni, visto che i corpi speciali lo uccisero in un bunker nel maggio del 2011.