I voli American Airlines 77 e United Airlines 93 rappresentano due dei quattro aerei utilizzati da Al Qaida per compiere l’attentato dell’11 settembre 2001, passato alla storia per il crollo delle Torri Gemelle. Tuttavia, questi due aerei si schiantarono rispettivamente contro il Pentagono e in Pennsylvania, contribuendo a scrivere un’ulteriore pagina di terrore in quella giornata da incubo per l’America intera.



Partendo proprio dall’America Airlines 77, esso fu dirottato dagli attentatori Hani Hanjour, Khalid al-Mihdhar,  Majed Moqed, Nawaf al-Hazmi e Salem al-Hazmi. A una velocità di 853 km/h, l’aeroplano andò a colpire la parte occidentale del Pentagono, ad Arlington County, in Virginia, a sud di Washington. Al mezzo furono necessari tra gli 8 e i 10 secondi per penetrare 94 metri dentro i 3 anelli, sollevando una palla di fuoco che si alzò di 61 metri sul Pentagono, al cui interno, in quell’istante, lavoravano 18mila persone. In quell’attentato ne perirono 125, ma le vittime, inclusi i passeggeri e i dirottatori, furono in totale 189. 106 feriti, infine, furono portati in ospedale.



AMERICAN AIRLINES 77 E UNITED AIRLINES 93: DUE DEI QUATTRO VOLI DELL’ATTENTATO DELL’11 SETTEMBRE 2001

Oltre all’American Airlines 77, anche il volo United Airlines 93 è entrato a fare tristemente parte della storia dell’attentato dell’11 settembre. Si trattava di un aereo, un Boeing 757-200, che, dopo un breve scalo a San Francisco per rifornimento, sarebbe dovuto atterrare a Tokyo, in Giappone. Tuttavia, la situazione fu ben presto chiara: i dirottatori si impadronirono del mezzo, ripetendo più volte via radio di avere un ordigno a bordo.

Le cronache di quel giorno raccontano che un passeggero dello United Airlines 93, Todd Beamer, al telefono con l’operatrice telefonica Lisa D. Jefferson, la informò che lui e altri passeggeri avevano deciso di tentare di assaltare i dirottatori, in quanto avevano saputo mediante i loro telefoni che altri aerei dirottati poco prima si erano rivelati missioni suicide. Non fecero in tempo: l’aereo, in caduta libera a una velocità di circa 933 km/h, terminò il suo volo schiantandosi in un campo accanto ad una miniera di carbone vicino alla frazione di Shanksville, in Pennsylvania, generando un cratere di circa 35 metri. Tutte e 44 le persone a bordo rimasero uccise.