MINNEAPOLIS – New Orleans, Louisiana, dove il Mississippi River sfocia nel Golfo del Messico. Bourbon Street, al centro del French Quarter, il cuore pulsante di New Orleans, l’anima di una città sempre sregolatamente vivace e vitale, sempre animata ed affollata. Non oggi. Oggi Bourbon Street è “crime scene”, il teatro vuoto ed immobile di un crimine brutale. Oggi (ieri, 1 gennaio, ndr), prima dell’alba, su Burbon Street è calata l’ombra della morte quando qualcuno alla guida di un pick-up truck nel cuore di questo angolo di mondo sempre vibrante si è scagliato sui passanti cercando di travolgerne il più possibile prima di schiantarsi contro un muro e finire ucciso in una sparatoria con la polizia. Dieci morti e decine di feriti. Un atto certamente intenzionale, dicono testimoni e forze dell’ordine, ma chissà perché.
Mentre scrivo arriva la notizia del ritrovamento nel pick-up truck assassino di una bandiera di Isis. Quelle orribili bandiere nere. Terrorismo, follia? Qual è la differenza? Qual è la linea che separa terrorismo e follia? Al di là della bandiera ancora non si sa nulla, dell’omicida si conosce solo il nome, Shamsuddin Bahar Jabbar, veterano dell’esercito, non si conoscono le sue ragioni. Ma quello di fronte a cui ci troviamo ancora una volta è un essere umano che decide di portar via, di strappar via la vita altrui per dare un qualche significato alla vita propria.
In un giorno di festa tutto appare ancora più tragico. Era un giorno di festa ed in questi giorni la città era ancora più in festa, più animata ed affollata del solito per via del Sugar Bowl, sfida di football tra squadre universitarie, che si giocherà stasera a poca distanza dal luogo del massacro. Un giorno di festa che in un attimo, senza nessun preavviso, si trasforma in lutto, un richiamo indesiderato alla fragilità di tutto quanto, al fatto che non siamo padroni di nulla, men che meno della nostra vita. E questo ci getta addosso un’ombra di paura, paura di essere, di vivere.
Era da quasi vent’anni che New Orleans non riceveva una gomitata nello stomaco così violenta. Dalla fine di agosto del 2005, quando l’uragano Katrina allagò e distrusse tutto mietendo quasi 1.400 vittime tra Bahamas, Cuba, Florida, Mississippi e Louisiana.
Il mistero di madre natura vent’anni fa, il mistero della natura umana oggi.
Bisogna essere ancorati ad una certezza per non avere paura.
God Bless America!
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