ATTENTATO A PASQUA 2024: COSA SI RISCHIA QUEST’ANNO?
Dopo l’attentato a Mosca e i falsi allarmi bomba da Trani a Venezia, cresce l’allarme terrorismo in Italia in vista di Pasqua 2024. La paura di un attentato anche nel giorno di Pasqua 2024, complice il ritorno dell’Isis, ha spinto il governo a incrementare i controlli, sebbene attualmente manchino minacce concrete dirette al nostro Paese, come precisato dal Viminale. Le misure di sicurezza sono rafforzate ovunque, a livello fisico e virtuale. Nel primo caso, i controlli sono rafforzati in stazioni ferroviarie, aeroporti, siti con richiamo turistico, centri commerciali, chiese e moschee, eventi religiosi, culturali e di spettacolo). Nel secondo caso, invece, si procede monitorando costantemente il web e i social, con polizia postale, reparti informatici di carabinieri e guardia di finanza a lavoro. Ma attiva è ovviamente anche l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che si occupa di cercare contatti social e chat che potrebbero portare a individuare cani sciolti pronti a radicalizzarsi e passare dalle parole ai fatti.
Come evidenziato dal Corriere della Sera, la guardia è altissima per un possibile attentato a Pasqua 2024, perché l’Italia resta un possibile obiettivo. Ne è consapevole il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, che si avvale anche del continuo scambio di informazioni con altri organismi investigativi anche all’estero. Da quando c’è stato l’attacco di Hamas a Israele, ha raggiunto un risultato importante: l’espulsione di 47 persone per motivi di sicurezza, di cui 23 solo da gennaio. Il rafforzamento dei controlli anche per Pasqua 2024, al fine di scongiurare attentati, è stato deciso nel corso del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a cui ha partecipato pure il sottosegretario Nicola Molteni.
RISCHIO ATTENTATO A PASQUA 2024, PERICOLI DAI FLUSSI MIGRATORI
La riunione si è concentrata sull’attentato a Mosca e sull’aggiornamento delle misure di prevenzione contro il terrorismo, anche perché il contesto è diventato pericoloso per tre motivi. Li evidenzia Il Giornale, citando in primis la guerra a Gaza, poi l’instabilità in Afghanistan, dove i talebani hanno riallacciato i rapporti con Al Qaida, e quella in Sahel, dove la Francia si è ritirata mentre avanzano Al Qaida e Stato Islamico. Se queste incognite sono geograficamente lontane dall’Italia, perché dovrebbero preoccuparci? In realtà ad “avvicinarle” sono i flussi migratori. La guerra in Medio Oriente sta alimentando il rischio di un ritorno del terrorismo dei palestinesi vicini ad Hamas, mentre tramite la rotta balcanica arrivano a Trieste e Gorizia migliaia di migranti partiti dalla Turchia, dove si addensano i flussi afghani. Ma anche dal Sahel partono migliaia di migranti diretti verso Tunisia e Italia. L’aggiornamento delle misure di prevenzione discusso dal Viminale ha, quindi, preso in esame questi tre scenari, senza trascurare i lupi solitari.
D’altra parte, l’attentato di Mosca ha riproposto una dinamica che non si vedeva da tempo in Europa, dall’attacco al Bataclan di Parigi nel novembre 2015, quella di un gruppo armato e organizzato. Il timore è di essere all’inizio di una nuova stagione del terrorismo con attacchi strutturati, non più con l’azione di singoli e lupi solitari, ma è uno scenario tutto da verificare. Nulla viene trascurato dalle forze di sicurezza, come la frontiera slovena, dove ad esempio sono stati ripristinati i controlli dei documenti, al fine di bloccare soggetti sospetti che provengono dalla rotta balcanica. Invece, altre verifiche sono effettuate negli hotspot e nelle carceri tramite le indagini della penitenziaria. Il Corriere della Sera aggiunge che sono state sensibilizzate anche le pattuglie delle polizie locali, in primis nei luoghi di assembramento, che sono molto frequentati a Pasqua. Basti pensare al Colosseo e a San Pietro per la Via Crucis e la Santa Messa con Papa Francesco.