L’aggressione, il sangue e la paura: era il 13 dicembre 2009 quando Silvio Berlusconi fu vittima di un attentato a Milano, dopo un comizio in piazza Duomo. A compierlo Massimo Tartaglia, che lo colpì al volto con una statuetta souvenir del Duomo, ferendolo al labbro ma, fortunatamente, senza gravi conseguenze per il Cavaliere. “Sono miracolato, un centimetro in più e avrei perso l’occhio“, raccontò ad Emilio Fede.
Il viso insanguinato fu immortalato dalle televisioni. Il premier barcollava, erano momenti drammatici. La scorta prese il Cavaliere e lo trascinò nell’auto blindata. Invece, l’autore dell’attentato restò come pietrificato, ma contro di lui si scatenò poi la rabbia dei manifestanti. Gli agenti lo presero e portarono via. “Ho corso con gli agenti di polizia per allontanare l’aggressore, che rischiava un possibile linciaggio“, raccontò l’allora ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Berlusconi si voltò verso la folla e fece un cenno della mano per rassicurarla.
L’attentato a Silvio Berlusconi: la statuetta del Duomo nel 2009
Nel 2009 Silvio Berlusconi era quasi arrivato all’atto finale della sua lunghissima attività politica da Presidente del Consiglio, durata complessivamente 3339 giorni e che si sarebbe conclusa da lì ad un paio d’anni. Quel 13 di dicembre era un giorno qualsiasi, nel quale il Cav aveva tenuto un comizio in piazza Duomo a Milano. Dopo la conclusione del comizio si era avviato, come da protocollo, verso la sua auto, sorridendo, stringendo mani e firmando autografi al folto numero di elettori del suo partito, Forza Italia.
Nessuno si aspettava il tumulto che da lì a poco avrebbe investito Silvio Berlusconi, la sua scorta e i fedeli elettori. Un uomo, identificato poi come Massimo Tartaglia, poco prima che il Cav salisse in auto, nascosto tra la folla, gli ha lanciato un oggetto, che si scoprì essere una riproduzione souvenir del Duomo di Milano. Furono attimi concitati, in cui il Cav venne fatto accomodare sull’auto blindata, non prima che fosse inquadrato con il volto sanguinante, e la sua scorta bloccò l’aggressore. Da subito fu chiaro che Silvio Berlusconi non aveva riportato grandi traumi dall’aggressione e fu lui stesso a dichiararlo poche ore dopo, dall’ospedale. Tartaglia, nel frattempo, venne arrestato ed interrogato, scoprendo come non fosse in grado di intendere e volere. Venne prima messo in libertà vigilata affidato ad uno psichiatra, poi ai domiciliari ed, infine, liberato nel 2016.