Poco dopo l’attentato a Donald Trump sono rimbalzate sui social una serie di teorie prive di fondamento, tra chi ha dichiarato che l’operazione è stata condotta dagli stessi sostenitori dell’ex presidente Usa e chi invece ha accusato il presidente Joe Biden di essere il presunto mandante. Inoltre, la parola “messinscena” è diventata di tendenza su X, perché diversi utenti hanno ipotizzato che l’attentato a Trump fosse fittizio. Una cosa è certa: le piattaforme Internet hanno mostrato di non riuscire a contenere la disinformazione virale su eventi gravi a causa della mancanza di informazioni credibili e in virtù del tempo necessario per raccoglierle. Ma anche sulla dinamica dell’attentato e della sparatoria a Trump, che avrebbe potuto fare più vittime: il bilancio è di un morto e due feriti gravi, ma sarebbero stati sparati una decina di colpi circa, questi almeno quelli che sono stati uditi al comizio.



Dalle riprese dall’alto del luogo dell’attentato a Trump che ha ospitato il comizio si evince che l’attentatore era sul tetto di un deposito, a 150 metri a destra da Trump, che nell’attentato è rimasto ferito all’orecchio destro: il colpo per un solo centimetro non lo ha preso alla testa uccidendolo. Invece, è stato ucciso uno spettatore, in linea d’aria tra l’attentatore e l’ex presidente Usa, infatti era alla destra del palco dove stava parlando Trump. Alle loro spalle i cecchini delle forze dell’ordine, la cui visuale potrebbe essere stata coperta parzialmente dagli alberi presenti nei pressi dell’edificio da dove ha sparato l’attentatore.



LA DINAMICA DELL’ATTENTATO A TRUMP

Donald Trump stava mostrando un grafico con i numeri degli attraversamenti della frontiera quando è avvenuto l’attentato: sono iniziati gli spari dopo le 18:10 ore locali. Al primo sparo, Trump ha alzato la mano all’orecchio destro e l’ha guardata, prima di accucciarsi rapidamente a terra dietro il leggio. Anche le persone sugli spalti dietro di lui si sono accovacciate mentre le urla risuonavano tra la folla. Dave McCormick, candidato repubblicano al Senato degli Stati Uniti in Pennsylvania, che era seduto alla destra di Trump sul palco, ha dichiarato che, dopo aver visto Trump alzare il pugno al cielo, si è guardato alle spalle e ha notato che qualcuno era stato colpito mentre era seduto sulle gradinate dietro il palco: “I primi soccorritori sono stati in grado di trasportare il ferito fuori dalla folla in modo che potesse ricevere cure mediche“.



Due vigili del fuoco della vicina Steubenville, Ohio, che erano presenti al raduno, hanno raccontato all’AP di aver aiutato persone che sembravano ferite e di aver sentito i proiettili colpire gli altoparlanti della radio. “I proiettili sono rimbalzati intorno alla tribuna, uno ha colpito la torre degli altoparlanti e poi è scoppiato il caos. Siamo finiti a terra e la polizia è entrata nelle tribune“, ha raccontato Chris Takach, mentre Dave Sullivan ha raccontato di aver visto uno degli altoparlanti colpito. L’attentatore era nascosto a meno di 150 metri dal palco di Trump, una distanza da cui un tiratore discreto potrebbe ragionevolmente colpire un bersaglio di dimensioni umane, infatti quella è la stessa distanza a cui le reclute dell’esercito Usa devono colpire una sagoma in scala a grandezza umana per qualificarsi con il fucile M-16, di cui l’AR-15 usato dall’attentatore è la versione civile semiautomatica.