A quasi due settimane dall’attentato a Trump, arriva la conferma dall’FBI che l’ex presidente Usa è stato effettivamente colpito da un proiettile. Un dato per nulla scontato, visto che negli ultimi giorni erano stati aperti altri scenari dallo stesso Bureau, ma ora c’è un comunicato che fa chiarezza. «Ciò che ha colpito l’ex Presidente Trump all’orecchio è stato un proiettile, intero o frammentato in pezzi più piccoli, sparato dal fucile del soggetto deceduto», recita la nota dell’FBI. Il direttore Christopher Wray era stato criticato mercoledì per aver detto che non era chiaro se la ferita all’orecchio di Trump fosse il risultato di un proiettile o di una scheggia.



Fino a venerdì, i funzionari federali che indagavano sull’attentato del 13 luglio erano stati molto vaghi nei loro rapporti sulle ferite di Trump, altri funzionari avevano anche messo in dubbio che fosse stato colpito da un proiettile, infatti il tycoon è arrivato a replicare: «Non c’era vetro, non c’erano schegge. L’ospedale l’ha definita una “ferita da proiettile all’orecchio”, e così è stato. Non c’è da stupirsi che l’FBI, un tempo famosa, abbia perso la fiducia dell’America!». Ora arriva la conferma segna l’ultimo tentativo di placare il clamore politico: il comunicato in questione è la versione più diretta finora resa dalle forze dell’ordine federali sul ferimento del candidato repubblicano, anche se cambia poco in termini pratici.



“NESSUN DUBBIO SU TENTATO OMICIDIO DI DONALD TRUMP”

Stando a quanto riportato da CNN, che cita un funzionario americano, l’FBI starebbe provando a intervistare Donald Trump nell’ambito dell’indagine sull’attentato per ottenere una dichiarazione da colui che era l’obiettivo dell’attentato. «Dal giorno dell’attacco, l’FBI è stata coerente e chiara sul fatto che la sparatoria sia stata un tentativo di assassinio dell’ex presidente Trump che ha provocato il suo ferimento, nonché la morte di un padre eroico e il ferimento di molte altre vittime», ha dichiarato il Bureau nella dichiarazione iniziale resa in risposta alle domande sulla testimonianza di Christopher Wray a Capitol Hill mercoledì.



ATTENTATO A TRUMP, L’ANALISI DEL POST E DI DUE CHIRURGHI USA

Un’analisi del Washington Post di foto e video della sparatoria ha rilevato che la ferita dell’ex presidente sembra essere coerente con le caratteristiche di una ferita di striscio causata da un proiettile e non da frammenti di proiettile. Il giornale americano si è avvalso del parere di due chirurghi traumatologi, Babak Sarani, direttore del reparto di chirurgia traumatologica e delle cure acute del George Washington University Hospital, e Joseph Sakran, direttore del reparto di chirurgia generale d’urgenza del Johns Hopkins.

«Di solito le schegge volano in modo casuale. Perché sono schegge, giusto? Non vanno in linea retta. Questa sembra proprio una lacerazione lineare, ecco come la descriverei. Quindi è qualcosa che va in linea retta, il che fa pensare che sia più il proiettile stesso, non una scheggia», ha dichiarato il primo.

Inoltre, ha fatto notare che i proiettili ad alta velocità impartiscono energia a una velocità tale da produrre un «effetto esplosione» quando colpiscono un corpo che causa molti danni, questo non è il caso di una ferita di striscio come quella dell’ex presidente. «Il proiettile ti sfiora letteralmente e quindi l’energia impartita è minima. Il resto si disperde nell’aria».