Dai difficili e concitati minuti dell’attentato contro Donald Trump dell’altra sera è partita sul web – e soprattutto in America, a maggior ragione tra i sostenitori Repubblicani del tycoon – una vera e propria caccia alle streghe per cercare la testa del colpevole e (come si dice) ‘farla cadere’: un atto in qualche modo dovuto, ma altrettanto simbolico e che necessita per forza di un responsabile. Da subito tutti gli occhi sono stati puntati contro gli agenti del Secret Service che non sono stati in grado di prevenire l’attentato a Trump, incassando comunque un mezzo successo perché se da un lato l’attentatore è morto dopo aver sparato solamente un paio di proiettili; dall’altro il candidato ed ex presidente è sopravvissuto, incassando solamente una brutta ferita all’orecchio che – parole sue – non riuscirà a fermarlo.



Attentato a Trump: secondo il web la colpa è delle agenti donne dei Secret Service

Inutile sottolineare che oltre agli inquirenti del web, nel frattempo Joe Biden ha avviato una (vera) indagine, dando mandato all’FBI e ad un comitato indipendente di valutare la catena di comando e l’ordine di eventi che ha permesso – nonostante le segnalazioni raccontate da diversi dei presenti – a Matthew Crooks di salire su quel tetto, appostarsi, attendere diversi minuti e sparare contro il tycoon. Ma – nel frattempo – è difficile fermare l’onda di indignazione e di ricerca della giustizia (o meglio: di un colpevole) e tra i tanti punti che non convincono gli osservatori si da sempre più spazio alle agenti donne dei Secret Service, presenti sul palco durante l’attentato a Trump.



Numerosi (ve ne lasciamo alcuni in calce a questo articolo) i post che ricondividono la foto dell’agente donna accucciata sul palco, distante dai suoi colleghi che si sono immediatamente gettati sopra al tycoon per parare i proiettili; altri notano che “l’agente donna – mostra un video – non riusciva a riporre la pistola nella fondina”, oppure che una tra loro “ha gridato freneticamente ‘cosa stiamo facendo?‘ dopo gli spari” e non mance neppure che nota i “movimenti irregolari, spaventati” dopo l’attentato a Trump. Insomma: il demone contro con puntare il dito e gridare allo scandalo non è il 20enne che in preda a chissà quale delirio ha aperto il fuoco contro un candidato alla presidenza americana; ma la nuova direttrice dei Secret Service – Kimberly Cheatle – che punta ad assumere “il 30% di agenti donne entro il 2030”.