COS’È SUCCESSO IN FRANCIA CON L’ATTENTATO ALLA SINAGOGA DI LA GRANDE-MOTTE: FERMATO 33ENNE ALGERINO

Tra Germania e Francia, nel giro di 24 ore lo spauracchio del terrorismo islamista è tornato a soffiare forte sull’Europa già “incastrata” tra le due guerre in Ucraina e nel Medio Oriente: l’esplosione davanti alla Sinagoga de La Grande-Motte è a tutti gli effetti un attentato anche se per fortuna con esiti e bilancio nettamente inferiori a quanto avvenuto poche ore prima al Festival della Diversità a Solingen nel Nordreno-Vestfalia.



Sabato sera 24 agosto 2024 la polizia de La Grande-Motte, cittadina nel Sud della Francia in Occitania, ha arrestato il sospettato di aver cercato di far esplodere la sinagoga ebraica poche ore prima: 33enne algerino, l’uomo ha sparato ripetutamente contro le forze dell’ordine che lo hanno ferito prima di riuscire a braccarlo per l’arresto. Con lui sono state fermate anche altre due persone sospettate di aver fornito copertura e sostegno per l’attentato alla sinagoga Beth Yaacov a La Grande-Motte: sabato mattina davanti al luogo di preghiera dei fedeli ebrei, due auto sono state incendiato e poi esplose. Subito si è pensato al movente del terrorismo in quanto all’interno sono state ritrovate bombole di gas: parallelamente all’esplosione delle due auto a ridosso della sinagoga, anche le porte stesse dell’edificio religioso sono state date alle fiamme mentre all’interno si trovavano il rabbino locale e 4 fedeli ebrei.



IL TERRORISMO, L’ANTISEMITISMO E GLI STRASCICHI DI GAZA: ATTENTATO ALLA SINAGOGA POTEVA ESSERE UNA STRAGE

Il 33enne bloccato dalla polizia dopo un feroce scontro a fuoco era lo stesso immortalato da alcune immagini circolate sui social dopo l’attentato con esplosione davanti alla sinagoga La Grande-Motte: kefiah al volto e bandiera della Palestina in tasca, l’immigrato algerino ferito e arrestato va ancora capito quali legami avesse con eventuali gruppi terroristici islamisti ma i sospetti restano fondati sul movente legato alla guerra in Medio Oriente.

Da Hamas a Hezbollah passando per l’Isis fino a tutte le altre sigle più svariate nella galassia jihadista, l’obiettivo resta lo stesso ovvero “vendicare” i fratelli musulmani uccisi da Israele e dagli alleati occidentali a Gaza. O almeno questo il messaggio che inviano di continuo i portavoce delle stesse sigle terroristiche: l’Isis ha rivendicato l’attacco con coltello di Solingen in Germania mentre per il momento l’azione del 33enne algerino a La Grande-Motte resta isolata fino ad eventuali nuove prove che sono in corso di verifica in queste ore.



Il sospettato è stato preso mentre si trovava all’interno di un appartamento di Nimes, non molto lontano dal luogo dell’attentato contro la sinagoga (incendiata all’ingresso ma senza gravi danni effettivi). Si è però sfiorata la strage anche in Francia, se infatti non fossero intervenuti portamento i servizi di soccorso le fiamme dalle auto e dall’ingresso della sinagoga avrebbero potuto rivelarsi fatali per i 5 cittadini presenti all’interno della struttura “Beth Yaacov”. Gli unici feriti, oltre all’attentatore, sarebbero un poliziotto della municipale francese colpito di striscio durante lo scontro a fuoco a Nimes e soprattutto un agente degli artificieri rimasto colpito in seguito ad una esplosione prima dell’incendio appiccato. La Procura nazionale antiterrorismo francese ha avviato un’inchiesta sull’attentato, confermato poi dalle parole dette ieri dal Presidente Emmanuel Macron: «un atto terroristico, la lotta contro l’antisemitismo è una battaglia costante». Per il Premier Attal invece gli ebrei francesi sono stati presi di mira ancora una volta, «attaccati a causa delle loro convinzioni» e tutto ciò non può avere giustificazioni, neanche con quanto succede in Medio Oriente.